“Che il governo Schifani sia campione in fatto di improvvisazione ed estemporaneità non è certo una notizia, e due recenti questioni nell’Agrigentino non hanno fatto altro che confermarlo. Mi riferisco alla gestione della crisi idrica e a quella di Agrigento Capitale della Cultura, vicenda questa dove sta succedendo di tutto, tranne che promuovere l’immagine della città.
Sulle vicende ho presentato due distinte interrogazioni per capire cosa intenda fare nell’immediato futuro l’esecutivo”.
Lo dice il deputato M5s all’Ars Angelo Cambiano.
“Per quanto riguarda i dissalatori – afferma Cambiano – Schifani in queste ore ha ribadito l’intenzione di concentrare gli sforzi sui dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle, dimenticando che tutta la Sicilia richiederebbe interventi capillari, lungimiranti e programmati. Da tempo abbiamo suggerito, attraverso innumerevoli atti politici, l’installazione di moduli di dissalazione di minore portata per soddisfare parte del fabbisogno idrico di diverse comunità, come a Licata, dove esistono condizioni logistiche e amministrative favorevoli per un simile progetto”.
“Il top dell’improvvisazione del governo – continua Cambiano – si sta verificando ad Agrigento, dove le dimissioni dello stimato professore Minio non sono che l’ultimo atto di una rappresentazione tutt’altro che edificante, a causa di una gestione quantomeno discutibile dell’evento e delle opere pubbliche ad esso collegate, di cui l’ormai famosissima vicenda dei tombini asfaltati in occasione della visita del Presidente della Repubblica è l’esempio più eclatante. Con l’interrogazione chiediamo se sia stato pianificato un monitoraggio continuo sui fondi pubblici destinati all’evento e quali strategie siano state varate per affrontare ulteriori problematiche della città, come il decoro urbano e l’approvvigionamento idrico, affinché Agrigento possa trarre dalla kermesse benefici duraturi”.