La crisi occupazionale delle centinaia di lavoratori licenziati dopo la chiusura del Cara di Mineo è stata al centro di un incontro organizzato il 28 maggio dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel Palazzo del governo a Catania.
Presenti il presidente della Camera di commercio etnea Pietro Agen, il sindaco metropolitano di Catania Salvo Pogliese e il primo cittadino di Mineo Giuseppe Mistretta. Nel corso della riunione, è emersa l’esigenza di dover avviare un confronto con il governo nazionale affinché predisponga misure compensative, previste e mai attuate, a tutela di un territorio fortemente degradato, che aveva trovato nel Cara una possibilità di sfogo per l’occupazione di centinaia di lavoratori, con una positiva ricaduta anche per l’indotto.
Il sindaco di Mineo ha dato la disponibilità, agli imprenditori che lo vorranno, di poter utilizzare le aree a sud del centro abitato destinate ad attività produttive. Da parte sua, il presidente Musumeci ha espresso la volontà del governo regionale a realizzare interventi infrastrutturali in quelle zone, qualora dovessero insediarsi aziende che possano assorbire una parte di lavoratori espulsi dopo la chiusura del centro.
Analogo interesse hanno manifestato il presidente della Camera di commercio e il sindaco Pogliese. La riunione è stata aggiornata al prossimo mese di giugno, per un confronto con i sindacati e le organizzazioni di categoria di industria, commercio e artigianato, in attesa di una risposta da parte del governo centrale.
Lo sgombero al Cara di Mineo era iniziato a febbraio, ha chiuso i battenti dopo sette anni di attività, scandali e inchieste giudiziarie per delle presunte truffe da 1 milione di euro sui rimborsi spese, con fatture che sarebbero state gonfiate.