“Non è Apocalypse Now e non sarà un Day After“, ha commentato uscendo dal seggio di Gela il presidente della Regione Rosario Crocetta, invitato da esponenti di Lega per Salvini, Forza Italia e M5Stelle e a presentare le proprie dimissioni. “Dimettermi? Chi lo chiede strumentalizza voto. Credo che in Italia se c’è qualcuno che non viene scalfito dall’esito del referendum sia proprio io. Io non ho mai attaccato il fronte del ‘No’, sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito ma non penso di essere stato tra i falchi del ‘sì”.
Crocetta poi sottolinea la correttezza del governo regionale che ha portato avanti le personali battaglie referendarie senza mai offendere l’altro schieramento. “Ora bisogna affrontare i reali problemi della Sicilia, a cominciare dai cantieri del patto per il Sud e creare dei posti di lavoro. Paradossalmente – sostiene -il mio governo sarebbe stato messo in discussione da pezzi della maggioranza se avesse vinto il Sì“.
Nella giunta Crocetta ci sono tre esponenti ‘renziani’ come Alessandro Baccei all’Economia, Baldo Gucciardi alla Sanità e Vania Contraffatto all’Energia. Il governatore ricorda sugli eventuali contraccolpi del risultato referendario sul suo governo: “Io rispetto sempre tutti, non cerco vendette con i renziani di Sicilia, anche se ci sono stati problemi. In questo momento non mi faccio prendere la mano“.
Una battuta, poi, sul Pd regionale che sembra avere subito il logico trauma post-voto.”Incontrerò il segretario del Pd Fausto Raciti per discuterne con lui, con molta serenità – conclude – Non abbiamo bisogno di scontri nel Pd, nel governo,all’interno della coalizione e neppure all’esterno“.