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L'intervista

Da Barcellona Pozzo di Gotto ad Arpino, Marta Alberto trionfa al “Certamen Ciceronianum Arpinas”

venerdì 23 Maggio 2025

Il passato vive. Non solo con testimonianze o ricordi, ma anche attraverso la passione. Da anni ormai si discute in merito all’utilità della lingua latina: è giusto insegnarla ancora oggi nelle scuole o è ormai troppo antiquata e lontana dalle esigenze della modernità? In realtà è più presente e vibrante che mai. Una lingua capace di racchiudere tradizione, storia e identità. E se per alcuni studenti rappresenta un vero e proprio tallone d’Achille, per altri, catturati dal suo fascino, rappresenta una fonte di cultura e conoscenza inesauribile e imprescindibile.

Proprio questi valori vengono portati avanti dal Certamen Ciceronianum Arpinas, una competizione internazionale sulla lingua latina. La gara, alla quale possono partecipare studenti provenienti da tutto il mondo che frequentano l’ultimo anno dei licei classici e dei licei scientifici, si tiene annualmente nel mese di maggio ad Arpino, in provincia di Frosinone, la città natale di Marco Tullio Cicerone, presso il Centro Studi Umanistici Marco Tullio Cicerone.

Quarantaquattro anni e non sentirli. L’ultima edizione, infatti, ha coinvolto 321 persone tra studenti e accompagnatori, provenienti da 13 nazioni straniere e 18 regioni italiane. A trionfare alla fine è stata una giovane e brillante siciliana: Marta Alberto. Studentessa della 4B del Liceo Classico Enrico Medi di Barcellona Pozzo di Gotto, 17 anni, è riuscita a sbaragliare la concorrenza dei suoi coetanei.

E’ stata un’esperienza molto intensa. Essere lì è già una vittoria, perché è una competizione a cui prendono parte solo le eccellenza, non tutti possono prenderne parte. Al di là della soddisfazione per la vittoria ciò che porto nel cuore è il legame che si è creato con la professoressa e con le mie compagne“. Ha spiegato Marta che ha dedicato un ringraziamento speciale proprio alla sua professoressa, Francesca Cutugno, che con dedizione ha guidato le sue alunne lungo tutto il percorso di preparazione. “Adesso la guardiamo con occhi diversi. Si è dimostrata una super amica. Abbiamo passato i pomeriggi online facendo traduzioni e commentando i brani. E’ stata lei a proporci questa esperienza. Senza di lei non saremmo riuscite a ottenere un simile risultato“.

La prova consiste nella traduzione e nel commento di un brano tratto dalle opere ciceroniane. Quest’anno, dal Laelius de Amicitia. “Questo brano – ha raccontato Marta – riflette sul valore profondo dell’amicizia, soprattutto tra uomini virtuosi. È un tema che abbiamo sentito molto vicino anche a livello attuale, considerando la situazione che c’è in questo periodo anche in Europa. Oltre la competizione – ha spiegato – è comunque un modo per poter celebrare i valori antichi, la classicità e creare un dialogo anche tra culture diverse, perché anche se non parlavamo la stessa lingua, alla fine il latino era quello che si univa“.

Ma come nasce la sua passione per il lingua latina? Il percorso di Marta, in realtà, era iniziato diversamente. Il prossimo anno conseguirà il diploma classico, ma quattro anni fa la strada intrapresa era un’altra. “I primi due mesi della prima superiore li ho passati al Liceo Scientifico. Poi ho capito che la strada non era quella giusta. C’era qualcosa che mancava. Ho pensato a questa mia tendenza allo sviluppo di un pensiero un po’ più critico, un’analisi critica, forse propria delle materie umanistiche. Arrivando al classico ho iniziato a capire quanto la lingua latina riuscisse a parlare anche nel presente. Quando si traduce si imparano tante cose. Il latino e le lingue classiche aprono la mente. Purtroppo se non lo si prova sulla propria pelle non si riesce a capirne il valore“.

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