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Cultura, Orlando: “L’archivio di Scaldati a Venezia avrà la giusta visibilità” | VIDEO

sabato 6 Giugno 2020

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La lettura dell’inedito “Appunti su Falcone“, realizzata in streaming l’1 giugno, è stata, come avevamo annunciato, l’ultimo saluto, nella ricorrenza della morte, del poeta Franco Scaldati alla sua Palermo.

Nelle scorse ore, infatti, gli eredi di Scaldati hanno spedito, in tanti scatoloni, tutta la “vita drammaturgica” del sarto poeta che ha lasciato il capoluogo siciliano alla volta della Fondazione Giorgio Cini di Venezia che la custodirà realizzando, tra l’altro, un archivio digitale.

franco scaldati
Franco Scaldati

La notizia del trasferimento era nota ma vedere, fisicamente, quella mole di arte impacchetta ha generato non poche reazioni tra i rappresentanti del mondo teatrale e quanti, negli anni, certamente dal 2013, si sono battuti affinché le autorità cittadine, a vario titolo, riconoscessero, non solo a parole,  l’eccezionale qualità della produzione artistica di Franco Scaldati.

Nella pagina Facebook gestita dai figli Giuseppe e Gabriele Scaldati si legge: “Se è vero che quando un poeta muore le città diventano più povere, oggi Palermo diventa più povera che mai.. Come ormai sapete l’intero archivio sarà trasferito alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, ed è come se una parte di me va via per la seconda volta… Sono comunque contento di questa scelta, finalmente le opere di mio padre potranno essere valorizzate, studiate, restaurate, digitalizzate e quindi fruibili a chi ne fosse interessato. Ma in tutto questo Palermo dov’è? Le istituzioni dove sono? Dove sono state in questi 7 anni? Solo tante parole e mai niente di concreto… Palermo Città dell’accoglienza che non ha nemmeno saputo trattenere un SUO patrimonio così importante!“.

Parole dure che non nascondano, giustamente, l’amaro in bocca degli eredi del “genio di Palermo” – così come lo definì il sindaco Orlando durante la cerimonia funebre – per una decisione quasi obbligata nell’ottica di scongiurare il rischio di vedere andare in fumo tanta arte sublime.

Ho considerato e considero Franco Scaldati un genio di Palermo – ci ha detto il sindaco Leoluca Orlandola scelta della Fondazione Cini è prestigiosa e al rammarico si unisce il riconoscimento non soltanto palermitano di un grande genio della città“.

Alla domanda diretta se l’amministrazione avrebbe dovuto fare di più per evitare che il patrimonio artistico di Scaldati lasciasse Palermo il sindaco non ha dubbi: “Dobbiamo decidere se vogliamo che i nostri girino per il mondo e siano conosciuti o se vogliamo tenerli sotto casa. Apriamoci al mondo e consentiamo di far comprendere al mondo, non soltanto ai palermitani, che Franco Scaldati era orgogliosamente palermitano, era espressione delle radici ma aveva il diritto che qualcuno gli mettesse le ali. Andare alla Fondazione Cini è un modo per mettere le ali alle nostre radici“.

Siamo certi che l’Arte, quella con la A maiuscola, tra le altre qualità ha quella di saper attendere il momento e l’occasione giusta per diventare universale, oltrepassando ostacoli e trascuratezze ingiustificate.

E in quest’ottica, propositiva, citiamo come ‘arrivederci’ all’opera scaldatiana un passaggio di Melino Imparato, interprete simbolo dell’opera del sarto poeta: “Oggi non è un secondo funerale di Franco, ma la sua rinascita. Non siate tristi compagni e amici, forse è il momento di brindare “alla salute di Franco“.

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