Nel Pd di oggi non torna più neanche il figliol prodigo. Arrivano alla spicciolata in compenso nella struttura a trazione renziana di Sicilia anche gli epigoni di Alfano. Come nel caso di Dore Misuraca a cui oggi Faraone e Miceli hanno consegnato la tessera del Partito democratico.
La foto, di bella è bella. Anzi inedita, mette insieme, Orlando, Faraone e Dore Misuraca. Pezzi di provenienza in passato tra loro diversi quando non confliggenti. Anzi di opposto schieramento.
Un reclutamento che secondo molti procede a singhiozzo e deve fare i conti con le intemperie di un partito che rischia il gelo dell’isolamento: “Sono orgoglioso dell’adesione di Dore Misuraca al Pd. E’ la conferma di un percorso di coerenza che parte dal sostegno ai governi di centrosinistra e prosegue con l’esperienza vincente delle amministrative di Palermo che ci ha visto insieme con la lista unitaria ‘Democratici e Popolari’. La scelta di Dore, così come quella di tanti che in queste ore stanno aderendo ai Dem, conferma la vocazione del Pd all’apertura e al pluralismo, una grande casa pronta ad accogliere tutti quelli che vogliono fermare gli estremismi e governare con serietà e responsabilità il Paese”.
Parole di Davide Faraone che però non spostano l’asticella in avanti.
Antonio Ferrante, a nome dei partigiani dem non ha perso l’occasione per rispondere: “Nulla di personale su Dore Misuraca, ma la concezione faraoniana di partito ‘proprietà privata’ diventa sempre più preoccupante“. Ferrante ha quindi aggiunto:
“Più che un dirigente politico Faraone sembra sempre più il ‘doganiere’ di Troisi e Benigni: chi siete? Dove andate? Cosa portate? Un fiorino. Se non fosse terrificante la sua concezione del pd dovremmo solo sorridere. Ci auguriamo che Matteo Renzi abbia chiaro il danno quotidiano del suo vicerè. Il 25 diremo la nostra su un modello di partito opposto a quello faraoniano”
Dore Misuraca è stato uno degli esponenti di punta del centrodestra siciliano alla corte di Berlusconi. A lungo deputato regionale all’Ars e poi parlamentare nazionale dei centrodestra sino al giorno in cui Alfano sparigliò con Ncd.
Nelle ultime settimane aveva comunicato la sua intenzione di non ricandidarsi al pare di Giuseppe Castiglione dopo che lo stesso Alfano aveva all’ultimo momento deciso, di fatto, di rompere le righe.
Il feeling di Misuraca con il Pd dura da diversi mesi. Lo stesso ex coordinatore della Sicilia occidentale di Ap era stato uno dei più entusiasti sostenitori di Orlando alle amministrative.