Collage d’arte creati durante un workshop con alcune detenute del carcere Pagliarelli ed esposti da oggi 15 ottobre alle 18 e fino al 20 ottobre alla sede dell’Ordine degli Architetti di Palermo che promuove l’iniziativa insieme all’associazione I-design. Il progetto fa parte delle #Anteprime di I-design 2018, la più famosa e longeva manifestazione del Sud Italia dedicata al design e curata da Daniela Brignone, inserita quest’anno tra gli Eventi collaterali di Manifesta 12 e nel calendario di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
La mostra si intitola “SCOLLAMENTI TEMPORALI. Relazioni impreviste tra arte e moda” e propone a Palermo l’idea realizzata dal noto designer milanese Giulio Ceppi all’ultima Triennale di Milano. Curatore del workshop e della mostra, Fortunato D’Amico.
Il progetto consiste nella creazione partecipata di collage che miscelano 2 tipologie di materiali: riproduzioni di opere d’arte del passato (preferibilmente di artisti siciliani) e campagne pubblicitarie contemporanee. Accostamenti a prima vista improbabili trovano e generano, sorprendentemente, familiarità, dando luogo a una serie di cortocircuiti tra tradizione e attualità, tra sacro e profano, tra arte e comunicazione.
Obiettivo: la generazione di nuovi personaggi, di figure ibride che nascono dall’incontro tra tempi e luoghi diversi, ricomponendosi in nuovi corpi e sfidando ironicamente le nostre idiosincrasie e i nostri tabù.
“Il lavoro del progettista, architetto e designer – afferma Ceppi – consiste sempre più nell’assemblare materiali, segni, codici, linguaggi, trovando ogni volta una nuova e diversa sintesi, originale quanto capace di produrre un senso condivisibile. Il frammento ha un grande valore in questo processo: che sia frammento fisico o intangibile, mnemonico o reale, figurativo o astratto…non importa. Sempre si tratta di una parte che avrebbe potuto forse stare per un tutto, ma che montata con altre parti diventa un nuovo tutto, ancora ignoto nel suo divenire.
Avrei voluto essere un archeologo da bambino, capace dal frammento di ricostruire un mondo, di intuire una vita diversa e lontana nel tempo. Quindi decomporre, comporre e ricomporre è parte di una stessa pratica, universale forse. Che sia un’oggetto, un’immagine, un’architettura: il frammento non è però un dettaglio, ma l’inizio di una possibile storia. In questi montaggi su carta gioco con 2 tipi di frammenti: parti di immagini che riproducono capolavori e opere note della storia dell’arte, dal Duecento al Moderno e ritagli di pagine di riviste che illustrano campagne di moda.
Echi, assonanze, continuità mi hanno certamente guidato, come a volte contrasti, paradossi, provocazioni. Le relazioni tra arte e moda sono aperte, fluide, imprevedibili. Alla fin fine noi stessi siamo frammenti, alla ricerca di un nostro specifico linguaggio evolutivo”.
Il workshop si basa come referenza su quanto prodotto ed esposto da Giulio Ceppi in Triennale di Milano a partire da Giugno 2018 e accompagnato da un catalogo per i tipi di Magonza edizioni, curato da Elisabetta Longari, docente all’Accademia di Brera di Milano, e con interventi di: Mariapia Bobbioni, psicanalista e studiosa di questioni femminili attraverso l’abito e autrice di saggi tra moda e psicanalisi, si è interessata alla lettura delle opere di Ceppi attraverso il corpo-abito e la sua frammentazione che testimoniano la complessità del soggetto.
Antonio Mancinelli, giornalista, caporedattore di Marie Claire, e scrittore che ama il pensiero laterale e la contaminazione tra diversi settori culturali, si interessa soprattutto agli interstizi tra un’area espressiva e un’altra, per costruire e fondare connessioni inedite. Un saggio a sua firma affronta il lavoro di Ceppi in quanto intellettuale che opera sulla “forma delle forme.
Simona Segre Reinach, antropologa culturale e studiosa delle forme di espressione e rappresentazione della moda, ha analizzato l’opera di Giulio Ceppi dal punto di vista della relazione tra moda, arte e consumo.