La strada verso la digitalizzazione della pubblica amministrazione siciliana è ancora in salita, ma un piccolo passo in avanti potrebbe essere compiuto già nei prossimi mesi. Il ddl Ente locali, nell’ambito dello stralcio del ddl 738, terminato l’iter tra le Commissioni, è pronto al verdetto dell’aula e, in tal senso, la sua approvazione potrebbe rappresentare una svolta.
Il consigliere supplente, la rappresentanza di genere al 40% nelle giunte comunali, il terzo mandato o il tagliando antifrode anche per le elezioni comunali sono alcuni dei punti principali della norma (CLICCA QUI). Il testo risponde anche ad altre esigenze, a cui ormai da anni gli Enti locali sono costretti a far fronte. E’ il caso dell’articolo 10, riguardanti le norme per la digitalizzazione degli archivi documentali degli uffici tecnici comunali della Regione.

Un passaggio quello dal cartaceo al digitale necessario non solo per semplificare e velocizzare il lavoro, ma anche per conservare e tutelare la memoria storica, in questo caso specifico urbanistica, della Sicilia, ma che conosce numerosi e insormontabili ostacoli. Gli ultimi dati Istat parlano chiaro. Oltre l’85% dei Comuni dell’Isola preferisce ancora adoperarsi di documenti cartacei piuttosto che in versione digitale e poco meno del 53% degli Enti offre un completo online per almeno un servizio pubblico. Ad aggravare questa condizione è la percentuale molto scarsa, appena il 4%, dei dipendenti possedenti competenze Ict, competenze specifiche relative alle tecnologie dell’informazione e comunicative.
La nuova norma andrebbe a toccare un tassello specifico e molto delicato, come quello delle concessioni edilizie e dei piani regolatori. La norma, presentata dal deputato della DC e presidente della Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate, che è anche relatore in aula dell’intero testo di legge, si pone così l’obiettivo di attuare delle disposizioni già esistenti e dettate dall’articolo 14 del decreto legislativo n.82 del 7 maggio 2005 “Codice dell’amministrazione digitale”. Ciò permetterebbe ai Comuni di poter avviare le procedure per la digitalizzazione e dematerializzazione degli archivi documentali degli uffici tecnici urbanistici.

“E’ un’iniziativa – ha spiegato Abbate – che nasce dalla mia esperienza da sindaco. Non si è mai pensato di trasformare in digitale tutto il patrimonio dei Comuni che riguarda le concessioni edilizie e i piani regolatori. Molte sono già illeggibili, ma le prime concessioni rilasciate rischiano anche di deteriorarsi o persino di essere distrutte, perdendo così un pezzo della storia dell’urbanizzazione in Sicilia. È necessario intervenire subito prima che questo patrimonio scompaia completamente“.
Un processo di trasformazione, però, che richiede del tempo. Come specificato anche all’interno dell’articolo, si procederebbe dunque a step. Una prima fase sarà dedicata alla digitalizzazione e dunque alla conversione e la scansione dei documenti. A queste seguirebbe l’avvalimento di applicazioni web integrate con l’identificazione Spid e con i servizi di Pagopa per il pagamento online delle copie digitali dei documenti. Terza fase riguarda invece la gestione documentale, con l’archiviazione dei documenti in un sistema di gestione elettronica documentale, finalizzata alla cane, all’organizzazione, al recupero e alla condivisione. La conservazione sostitutiva rappresenterebbe il passo successivo, con l’attestazione del valore legale dei documenti elettronici sostitutivi degli originali cartacei. Infine, il workflow digitale, cioè l’approvazione, la verifica e la distribuzione dei documenti all’interno degli Enti locali.
Per aiutare i Comuni nella fase della digitalizzazione, la Regione metterà a disposizione le risorse nella prossima variazione di bilancio.