A Trapani è tutto un saltellare. Il senatore è candidato. Adesso si lavora per una grossa coalizione. La notizia gira veloce di bocca in bocca, qualcuno la storce ma poi tira dritto. Il senatore è Tonino D’Alì, berlusconiano della prima ora, uscito indenne da gravi accuse di collusione con la mafia. Con i fascicoli delle indagini a suo carico ci si potrebbe riempire uno stanzino del Palazzo di Giustizia. Sei legislature al Senato non lo hanno mai allontanato dal territorio, anche grazie all’ausilio di una rete di “fedelissimi”. Dopo le incertezze del primo momento, la candidatura sembra adesso cosa fatta. E il prossimo 14 marzo dovrebbe annunciare la sua discesa in campo in una conferenza stampa alla quale ha già confermato la sua presenza il deputato Nino Oddo (foto a sinistra), del Psi.
La grande coalizione sembra così prendere forma. Le prime bozze sono pronte e se ne è discusso nelle riunioni dell’ultimo weekend. Da mesi vengono passati al setaccio tutti i finanziamenti giunti a Trapani con l’ausilio diretto e indiretto del senatore D’Alì. I conti sono alti e fanno a pugni con grandi opere e grandi appalti, che negli anni passati sono stati al centro delle maggiori inchieste condotte dalla Dda e dalla procura trapanese.“Si tratta di un progetto – si legge nel documento diramato dall’ufficio stampa del senatore – che riunisce, anche nell’idea della risistemazione istituzionale dell’intero comprensorio trapanese, cittadini, categorie produttive e professionali, associazioni e forze politiche moderate e riformiste al di là di contrapposizioni ideologiche e di sterili personalismi”.
Già abbozzate quattro liste. Incassato l’ok da Gianfranco Miccichè, ci sarà Forza Italia. Alle riunioni sta partecipando il deputato socialista Nino Oddo, il quale, oltre al supporto su Trapani, annusa l’idea di una sua candidatura a sindaco di Erice. A sostegno del senatore scenderanno i resti della destra locale, a partire da Livio Marrocco (foto a destra) tuttora sotto processo per l’inchiesta “Spese pazze” all’Ars e già condannato dalla Corte dei Conti a risarcire oltre 56 mila euro. L’ex deputato da tempo è uno degli animatori del movimento “Diventerà Bellissima” di Nello Musumeci; il ticket con D’Alì dovrebbe quindi essere a titolo personale.
Strategie ancora più borderline per Paolo Ruggirello (foto sotto), attuale deputato in quota Pd, con un recente passato nel movimento Articolo 4. La sua prima esperienza alla Regione è quella del 2007 con Bartolo Pellegrino, all’epoca assessore regionale al Territorio e vicepresidente della Regione; esperienza finita quando Pellegrino venne indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Le legislature a Palazzo dei Normanni di Ruggirello sono così nel segno dell’Mpa (due mandati all’Ars) e di Nello Musumeci, con cui venne eletto nel 2012. Quella del deputato originario di Guarrato, è la quarta lista presente nelle bozze a sostegno di D’Alì. Secondo lo statuto dei dem non è possibile sostenere un candidato sindaco diverso da quello del partito. La soluzione potrebbe essere quindi una lista civica. L’ingresso di Ruggirello nel Pd è cosa discussa, ma mai accettata del tutto dai pezzi trapanesi del partito. Adesso il Pd in Sicilia sembra annaspare e Ruggirello pare non abbia alcuna voglia di sostenere Piero Savona, il candidato ufficiale del partito a sindaco di Trapani. Sin dall’inizio dell’ultima legislatura i suoi uomini di riferimento a Palazzo Cavarretta hanno mantenuto la loro autonomia rispetto al Partito democratico. Dovrebbero essere loro a sostenere direttamente il senatore D’Alì, attraverso una specifica lista. Piccola nota a margine, né a Trapani né a Marsala i consiglieri in “quota Ruggirello” sono iscritti al partito di Renzi.
Un occhio alle amministrative e un braccio alle regionali. La politica trapanese conosce infatti altri appuntamenti. Entro il 2018 si voterà per le politiche e per le regionali e in molti guardano già avanti. Tra questi proprio Ruggirello, pronto ad aprirsi un varco in Forza Italia: non a caso in una delle ultime riunioni tenute in provincia con Gianfranco Miccichè si è parlato di coinvolgere altri big locali. Alla finestra, dopo l’ingresso di Francantonio Genovese, si affaccia il nome di Nino Papania. Ma per adesso a Trapani è tutto un saltellare. Il senatore è candidato.