Con una lunga carriera nel settore, la nomina ad assessore regionale della Sanità rappresenta per Daniela Faraoni il passaggio da manager tecnico a figura politica di rilievo. Ma le polemiche non mancano sulla sua nomina.
La carriera
Faraoni, 65 anni, laureata in Giurisprudenza all’Università di Urbino, iniziò il suo percorso professionale negli anni ’90, quando vinse un concorso presso le allora Usl. Da quel momento la sua carriera è stata in ascesa: ha ricoperto ruoli dirigenziali di rilievo all’Asp di Agrigento, a Catania, Caltanissetta e infine a Palermo, dove dal 2019 ha guidato l’Azienda sanitaria palermitana, prima come commissaria straordinaria e poi come manager.
In passato era vicina a Gianfranco Micciché, negli ultimi anni è stata associata al leghista Luca Sammartino, deputato regionale della Lega, e al presidente Renato Schifani, con il quale condividerebbe una visione sulla riforma del sistema sanitario.
Chi prenderà il suo posto all’Asp di Palermo?
E’ questa ora la domanda che si fanno tutti. Per l’Asp di Palermo, con la nomina ad assessore, si apre il capitolo della successione alla guida dell’Azienda sanitaria. Tra i nomi che circolano ci sono figure di spicco del settore sanitario siciliano, come Salvatore Iacolino, attualmente Dirigente Generale – Dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato che vanta una lunga esperienza dirigenziale. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, non avrebbe un rapporto particolarmente armonioso con la Faraoni.
Altro nome è quello di Maurizio Montalbano, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Palermo, che ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario e poi di commissario straordinario nel Policlinico di Palermo.
A questi si aggiunge anche Vincenzo Spera, ex commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani.
Tutti e tre i profili sono in ballo per la possibile sostituzione del vertice dell’Aoor Villa Sofia-Cervello, ancora in bilico dopo la furia di Schifani che si è reso conto delle problematiche della sanità perché il cargeaver parente del paziente morto in ortopedia era un amico.
Ovviamente, tutto questo evidenzia come le nomine nel settore sanitario siano strettamente intrecciate a logiche politiche e di equilibrio istituzionale.
Con una certa suspense, resta da vedere chi andrà dove… prima o poi.