“Cesa e Rotondi cantano vittoria senza aver compreso il senso dell’ordinanza del Tribunale di Roma. La questione DC è tutt’altro che chiusa” lo afferma Francesca Donato, europarlamentare e vice Presidente nazionale della Democrazia Cristiana.
“L’ordinanza del tribunale di Roma – spiega Donato – ha stabilito che in presenza di più soggetti che si accreditano quali eredi della Democrazia Cristiana storica, appare necessario accertare l’effettiva continuità di tali soggetti con la storica DC, in un ordinario giudizio di merito a cognizione piena. Il rigetto dunque riguarda solo il provvedimento di urgenza per inibire all’UDC l’uso del simbolo, non investendo affatto il merito sull’effettivo diritto della Democrazia Cristiana – che già una sentenza ordinaria ha confermato essere oggi solo quella del Segretario Totò Cuffaro – a riappropriarsene.”
La deputata europea della Dc smentisce poi la circostanza secondo la quale la richiesta di tutela dello scudocrociato non possa essere invocata dal Segretario Totò Cuffaro perché non rappresenterebbe la Democrazia Cristiana storica: la modifica dello statuto del partito avvenuta nell’ultimo Congresso nazionale ha attribuito al segretario politico questo ruolo, che prima era in capo al segretario amministrativo. Ciò che risulta inequivocabilmente è che “l’accertamento della continuità storica con la DC originaria – presupposto necessario per rivendicare l’uso esclusivo dello scudo crociato – richiede un giudizio di merito a cognizione piena. Conseguentemente, quanto divulgato da altri soggetti risulta del tutto fuorviante e non rispondente a verità”.
“Il nostro Segretario nazionale Cuffaro – continua – non ha voluto alzare ulteriori polveroni sulla vicenda democristiana, ma è evidente a tutti la differenza tra chi ogni giorno lavora con successo per riportare i valori della DC nella società e nelle istituzioni e chi in Parlamento c’è tornato solo grazie a Fratelli D’Italia” – conclude Donato.