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Risanamento ma non solo. La priorità deve essere un diverso modo d’intervento nelle periferie, una visione che lasci al passato i casermoni senza spazi sociali o verdi. A condividere questa visione, durante il giro tra le periferie della zona sud con Franco De Domenico c’erano il presidente della Commissione antimafia Ars Claudio Fava, i parlamentari Francesco D’Uva e Maria Flavia Timbro ed il segretario cittadino di Articolo Uno Domenico Siracusano.
Il candidato sindaco del centrosinistra non ha negato il ruolo avuto da Cateno De Luca nella battaglia per il risanamento ma ha evidenziato come soltanto grazie all’unità si siano raggiunti quei risultati che hanno portato alla legge Carfagna.
“Il tema adesso è un altro – aggiunge De Domenico -acquisite le somme per lo sbaraccamento, bisogna saperle spendere. Temiamo, infatti, che la progettualità fin qui realizzata non sia compatibile con un progetto che pensi, oltre alla riqualificazione urbanistica, anche alla riqualificazione sotto l’aspetto sociale. Non possiamo realizzare una ‘Scampia’ a Messina, ma bisogna creare i presupposti di una concreta inclusione sociale per coloro che abitano queste aree della città”.
Tra i vicoli di Fondo Fucile Claudio Fava si è soffermato sulle azioni che la politica deve portare avanti per abbattere anche qui muri che non solo fatti solo di mattoni e calce.
“Queste- ha detto Fava-sono periferie isolate dal resto della città e sono divise dal resto del mondo da muri che dobbiamo abbattere. La Regione qui è molto in ritardo e ha difficoltà a rendersi conto delle cose anche su molti altri terreni. Perdere di vista quello che può essere il ruolo fondamentale di una cabina di regia per affrontare il tema delle periferie è una delle cose che è mancata in questi 5 anni. Non dimentichiamoci che la formazione professionale, i temi legati all’istruzione, all’edilizia scolastica passano anche dalla Regione Siciliana“.
La serata è proseguita nella piazzetta accanto alla sede del comitato del candidato sindaco del centrosinistra, con la tavola rotonda ‘Tessere trame di comunità’ e la presentazione del testo di Nicola Bozzo: “Dobbiamo recuperare un senso di comunità perso da anni”. Bozzo parla di una “etica dello sguardo, che consenta di uscire da una dimensione di crisi, di assenza dei diritti, povertà materiale e spiritualità che serpeggiano in questa città“.