Non le manda a dire Cateno De Luca sul bilancio della Regione e sull’accordo con il governo Meloni. Questa mattina in commissione bilancio Ars i deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord hanno bloccato la variazione per introitare 200 milioni di euro frutto dell’accordo Stato-Regione che comporta in cambioa la rinuncia da parte della Regione di oltre 9 miliardi di euro.
“Ho espresso il nostro assoluto disappunto nei confronti di una manovra che ha il sapore di un vero e proprio strozzinaggio di Stato– ha commentato Cateno De Luca-Il Presidente Schifani dovrebbe dire ai siciliani chi lo ha autorizzato a sottoscrivere il 16 dicembre scorso un accordo con lo Stato che rischia di affossare definitivamente la Sicilia. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio attentato alla costituzione siciliana”.
Il leader di Sicilia Vera chiede di visionare la documentazione relativa all’accordo e se vi sia stata una delibera di giunta.
“In base a quale logica il presidente Schifani ha proceduto a sottoscrivere un atto di rinuncia di 9 miliardi per avere in cambio soltanto 200 milioni? Noi non consentiremo allo Stato di fare lo strozzino nei confronti dei siciliani. È uno squallido tentativo di mettere una pezza al danno causato dal Governo Musumeci che lo ha preceduto”.
De Luca definisce l’accordo l’anticamera della fine per la Sicilia, un patto scellerato da scongiurare e ha chiesto al presidente della commissione bilancio di bloccare la discussione su questo punto.
“È inaccettabile avviare la legislatura con questo debutto, ovvero gettando le basi di un rapporto di subordinazione della commissione bilancio e del Parlamento ai voleri della maggioranza. Noi siamo pronti, così come abbiamo già detto ad azioni eclatanti se necessarie. Sicilia vera e Sud chiama Nord faranno di tutto per impedire queste scelleratezze e siamo soddisfatti di aver raggiunto oggi un primo importante risultato. La nostra presa di posizione ha infatti spinto l’assessore Falcone a presentare un emendamento per abrogare la parte della variazione di bilancio che contemplava i 200 milioni di euro frutto del patto scellerato tra Schifani e Giorgetti.”