Dopo il sostegno alla manovrina, Sud Chiama Nord strizzerà ancora l’occhiolino alla maggioranza che sostiene il governo Schifani? “Entreremo nel merito dei singoli provvedimenti. Abbiamo votato “si” per questa variazione perché le misure erano tutte valide. Adesso attendiamo gli altri provvedimenti“. Intervistato da ilSicilia.it, Cateno De Luca non si scompone e conferma la presa di posizione dichiarata già mesi orsono, dopo il “divorzio” con i partiti di opposizione all’Ars.
Chiuso e archiviato il capito della mini manovra (CLICCA QUI), che ha destinato un tesoretto di 55 milioni a temi di grande carattere emergenziale (dal contrasto alla povertà alla crisi idrica), Sala d’Ercole si prepara ad affrontare nuovi argomenti caldi, prima del più importante traguardo della manovra di luglio. Primi punti nella lista saranno i Consorzi di Bonifica e la Super Zes.
Partiamo dalla riforma più attesa e che rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione. Il tema dei Consorzi non è certamente nuovo e anche nell’ultima manovrina sono stati chiamati in causa e inseriti nel corso del rush finale che ha portato al definitivo via libera, destinando 5 milioni a quelli, in grave affanno, di Ragusa e Agrigento. Una condizione alla quale si spera di poter porre rimedio con il disegno di legge già approvato in III Commissione Attività Produttive e ancora in attesa di sbarcare in aula. Il ddl sul “Riordino dei Consorzi di Bonifica e di irrigazione della Regione Siciliana” incarnerebbe così un nuovo punto di partenza dopo circa 20 anni di attesa. La proposta prevede la costituzione di quattro nuovi consorzi di bonifica, corrispondenti a comprensori più ampi e omogenei: Sicilia nord orientale, Sicilia nord occidentale, Sicilia sud occidentale e Sicilia sud orientale. L’attenzione è rivolta anche alla stabilizzazione dei lavoratori, nodo cruciale della norma. Insomma, un passo fondamentale per modernizzare e rendere più efficiente il sistema consortile siciliano, rispondendo alle esigenze attuali di sostenibilità ambientale, sviluppo agricolo e sicurezza del territorio (CLICCA QUI).
“Abbiamo detto sì per quella che è la riforma, sostenendo già nel mio intervento per la variazione di bilancio – ha spiegato De Luca – i 5 milioni da destinare intanto per Agrigento e Ragusa e abbiamo accettato la decurtazione dei due milioni di euro su Messina perché abbiamo riconosciuto che quella era un’emergenza sull’emergenza. Non ci sono dubbi che la storia dei Consorzi come elemento di mancata riforma deve chiudersi al più presto. Attardiamo il testo finale, non ci esprimiamo ancora. Speriamo che sia sulla scia di quello che finora il governo, in questo ultimo periodo, ha presentato al parlamento siciliano“.
Più delineata appare invece la posizione sulla Super Zes. Anche quest’ultimo ddl ha riscontrato piena condivisione in III Commissione e anche in aula non dovrebbe incontrare grossi ostacoli. La posposta nasce da una facoltà prevista all’interno della norma nazionale, che a partire dal 1° gennaio 2024 ha previsto l’introduzione della Zes Unica. Secondo l’articolo 14, infatti, “ciascuna regione interessata può presentare al ministro per gli Affari europei, Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa una o più proposte di protocollo o di convenzione per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali“. In tale range di possibilità si è così mossa la Regione, individuando ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali all’interno di circoscritte aree del territorio siciliano. L’obiettivo? Promuovere lo sviluppo economico, incrementare gli investimenti, incentivare la crescita occupazionale, favorire l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale, garantendo idonei presidi di legalità (CLICCA QUI).
“Siamo favorevoli alle politiche di sviluppo e che creano automatismi come la Super Zes“. Ha dichiarato il capogruppo di Sud Chiama Nord, che ha inoltre aggiunto come “tutto ciò che semplifica, sburocratizza e che quindi accelera la spesa significa anche ridurre di molto il “pizzo legalizzato” che gli imprenditori siciliani pagano spesso a causa di una burocrazia ingiusta e, da questo punto di vista, dannosa per lo sviluppo della nostra terra“.