Il Consiglio comunale frena il sindaco di Messina, Cateno De Luca, sull’iter per l’Agenzia per il Risanamento e il primo cittadino lancia subito un segnale forte all’assemblea: “Non ho nessuna intenzione di condizionare il Consiglio ma al tempo stesso non ho paura di nessuno, e se mi vuol dare un segnale politico posso anche dimettermi“.
De Luca usa toni forti in quella che diventa subito la prima prova muscolare della nuova legislatura a Palazzo Zanca, un braccio di ferro ad alta tensione tra il primo inquilino della casa municipale e la sua Giunta da una parte ed il Civico consesso dall’altra: “Adesso mi prenderò tre giorni, staccherò e starò un po’ con la mia famiglia, poi completeremo gli ultimi adempimenti e andremo via“.
“La stanza del sindaco e degli assessori è rimasta sinora aperta a tutti – ha spiegato De Luca – ma devo prendere atto che qualcuno ancora non ha capito che io sono stato eletto per dare una svolta a questa città. Io ci ho messo la faccia e sto lavorando dalla mattina alla sera. Il presidente del Consiglio comunale parla da uomo del Pd, facendo affermazioni politiche e nel suo ruolo non può esprimersi così attaccando il presidente della Regione e l’assessore alle Infrastrutture. L’assessore Marco Falcone è il nostro principale interlocutore e devo tutto a lui e al suo lavoro di mediazione che è stato fatto tra me e il presidente Musumeci. Falcone non ha nessun interesse politico ma ha condiviso la volontà del sindaco De Luca di poter dare delle risposte ai problemi della Città di Messina. Qui ci sono delle cose che si possono fare in 10 minuti nell’interesse di Messina e della comunità, invece si debbono fare in 222 giorni e non si comprende perché le Istituzioni messinesi non agiscano per il bene della città. Bisogna ragionare a prescindere dai colori politici“.
“Io non faccio programmi alla garibaldina – conclude De Luca -, ho esperienza e metto sempre alla prova me stesso e la squadra con cui lavoro, senza presunzione. Volete che sia una sfida con il Consiglio comunale? De Luca non ha paura. Addirittura è stato detto che c’è un sindaco che non può dettare i tempi perché non ha il Consiglio comunale. Ma il Consiglio comunale deve fare i reali interessi della città. Vi posso assicurare che non è bello stare in quelle baracche, e ci sono famiglie che attendono da più di 100 anni una svolta di dignità. Io sono un sindaco che ha sempre fatto il suo ruolo mettendoci tutto se stesso. Il mio è uno sfogo, nessuno parli di ricatto. Ma sia chiaro che io non voglio essere iscritto nella lunga lista dei fallimenti di questa città”.
Intanto, non si è fatta attendere la replica del presidente del Consiglio comunale, Claudio Cardile: “Finché sarò il presidente del Consiglio nessuno si dovrà permettere di dire cose contro il Consiglio comunale e di fare delle illazioni o affermare cose che non corrispondono a verità. Auspico che le polemiche si chiudano. Abbiamo ascoltato le tesi di De Luca, e alcune personalmente non le condivido. Specie quelle parole che ledono i consiglieri comunali, la loro dignità e la loro onorabilità. Noi siamo qui semplicemente per fare l’interesse della città. I consiglieri hanno chiesto un approfondimento della situazione, e quindi di poter visionare gli atti nel corso di riunioni che sono state proficue”.
“La mia posizione sull’assessore Falcone – ha detto sempre Cardile – è una posizione di difesa del Consiglio comunale e della città. Era stata assicurata la presenza in Comune dell’assessore Falcone ed era stata concordata con lui, che aveva assicurato di venire a Messina per discutere questo argomento. Tirarsi indietro e non venire, non so per quale ragione, è lesivo della dignità della Città di Messina. L’assessore doveva venire in Consiglio comunale e dire che la Regione prende seriamente un impegno nei confronti della città. Non era altro il mio intento”.