Cateno De Luca è un fiume in piena. Sulla sua pagina facebook scrive e posta la sua soddisfazione dopo aver incassato l’assoluzione al processo per il “Sacco di Fiumedinisi” e mentre resta ancora in stato detentivo, ai domiciliari, per l’accusa di frode fiscale, prepara la resa dei conti con quelli che lo hanno bollato come “un impresentabile” . Nel mirino politico ci sono anche esponenti della sua stessa coalizione del centrodestra. Il clima al Tribunale a Messina oggi era rovente, la tensione era palpabile e si percepiva nell’aria. Il verdetto era, di riflesso, un bivio cruciale, umano ancor prima che giudiziario e politico, tra la decadenza immediata dall’Ars e l’incandidabilità alle Comunali 2018 a Messina o invece la fine di un incubo giudiziario durato 6 anni.
Al pronunciamento della sentenza di assoluzione da parte della Corte della Seconda sezione penale del Tribunale di Messina, i sostenitori di De Luca, presenti in gran numero in aula, hanno iniziato ad intonare per diversi minuti cori a sostegno del leader di Sicilia Vera. De Luca ha lasciato il palazzo di giustizia in lacrime, ribadendo la sua tesi sull’esistenza a Messina di quello che definisce “un verminaio” che, in sostanza, intenderebbe sbarrargli la strada per la candidatura a sindaco alle prossime Amministrative nella Città dello Stretto.
De Luca, stavolta, prima di tornare a casa ai domiciliari ha ringraziato i giudici – “Il Collegio ha avuto il coraggio, nonostante le pressioni, di emettere una sentenza di assoluzione”. Poi l’attacco senza mezzi termini a quelli che hanno “buttato fango” sulla sua sua persona. Nel mirino di “Scateno” c’è il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Andrò alla Regione e lo dico anche a quell’ignorante e cafone di Salvini, che è venuto ai nostri convegni e si è permesso ancora di parlare di me come impresentabile. Salvini è venuto ai convegni Fenapi e voleva che io entrassi nella Lega, ora mi taccia di essere impresentabile. Sfido pubblicamente Grillo e Salvini sul tema della buona politica. Non sono un politico ma un buon amministratore. Nonostante il fango che mi è stato buttato addosso, c’è ancora chi crede in me”.
Il deputato torna ancora sull’esito del processo per il cosiddetto “Sacco di Fiumedinisi”, vicenda giudiziaria ora conclusa e che era iniziata con l’arresto avvenuto nel 2011 per presunte speculazioni edilizie nel piccolo comune ionico dove allora De Luca era sindaco. “Su alcuni capi di imputazione – afferma De Luca – è stata sollevata la prescrizione e dovrò decidere cosa fare perché questo mi dispiace molto. Non escludo di rinunciare alla prescrizione e di andare avanti, fino in fondo, facendo appello. Ho subito 15 processi penali in sette anni e sono stato sempre assolto. Voglio la giustizia giusta, non accetto di essere indicato come impresentabile. Devo ringraziare per avermi supportato e sopportato i miei avvocati Tommaso Micalizzi e Carlo Taormina, che ha imparato a volermi bene nonostante io sia stato uno dei suoi clienti più impertinenti. Sono ancora in stato di detenzione ma continuerò a difendermi anche da quest’altra accusa. Mi auguro che la politica prevalga sull’infamia della calunnia e che chi fa politica si misuri e si confronti su temi politici, e la smetta di appioppare patenti di moralità solo per nascondere solo la propria imbecillità politica e amministrativa. Auguro a tutta l’Italia e alla Sicilia di poter realmente guardare negli occhi chi ha fatto della politica e del buon governo una scelta di vita, pagando prezzi importanti, salati, personali. Io non cerco vendetta ma solo giustizia“. Poi il finale di giornata di De Luca è ancora social con altri post, alcuni video con immagini della sentenza di assoluzione e altri pensieri: “Io perdono i miei accusatori di Fiumedinisi perché vittime di un sistema che li ha usati ed illusi”; “Io scateno il De Luca, senza se e senza ma”; “Ora torno sulle mie carte perché domani mattina mi attende il confronto con chi ha chiesto ed ottenuto il mio attuale arresto”.