Anche le opposizioni scaldano i motori in vista della Finanziaria. Da mercoledì 5 novembre l’Ars accoglierà il testo della Manovra, che venerdì verrà varato dalla giunta guidata dal presidente della Regione Renato Schifani. Ma cosa prevederà? Qualcosa è già trapelato dall’ultimo vertice di maggioranza andato in scena lunedì (CLICCA QUI). Nella sua forma originale, la legge di stabilità sarà composta da pochi articoli, circa quattro-cinque, che ruoteranno attorno ad alcuni pilastri ben precisi: lavoro, sviluppo e crescita economica. Tra le misure principali circa duecento milioni destinati alla decontribuzione per le imprese. Il resto, il grosso del lavoro, verrà poi condotto tra le mura della II Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone.
“Come Movimento 5 Stelle andremo a verificare tutte quelle norme che possono sollevare la Sicilia da problemi atavici come la sanità, la mancanza di lavoro o la sicurezza“. A dichiararlo il deputato regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola intervistato da ilSicilia.it.
Componente della Commissione Bilancio, il pentastellato sarà tra i protagonisti che parteciperanno alla composizione del testo definitivo. Quella stessa Commissione trasformata in ring in occasione della manovra quater. Uno scenario che si ripeterà presto? “Lo stallo in questi tre anni c’è sempre stato e ci sarà nuovamente. Schifani non ha mai avuto una maggioranza nel corso degli anni e lo dimostrano le tante norme bocciate in Assemblea e le tante promesse di riforme mai affrontate all’interno dell’Ars. Non c’è un’unione di intenti. Da parte del M5S e dalle opposizioni tutte c’è piena consapevolezza e in Commissione Bilancio porteremo le nostre proposte. L’ultima variazione di fatto l’abbiamo bocciata e approvata noi“.
Le crepe e le crisi del centrodestra hanno maggiormente avvicinato le forze di opposizione: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Controcorrente. Un’alleanza che ben presto verrà messa alla prova al di fuori del Palazzo. Nella primavera del 2026 saranno 58 i Comuni dislocati nell’Isola chiamati al voto e nel mirino ci sono le regionali del 2027. Novembre, in tal senso, si dimostrerà un mese decisivo: da un lato la possibilità di avanzare proposte comuni da inserire in Finanziaria, dall’altro l’apertura di un dialogo che porti all’avvio di tavoli provinciali sempre più saldi e radicati nel territorio. Buona parte della sorte del centrosinistra dipenderà proprio da questo mese.
“Le opposizioni sono unite e compatte perché c’è una visione di Sicilia diversa non solo sui nomi“. Ha spiegato Di Paola, che ha aggiunto come dallo spopolamento alla sanità bisognerà invertire “una situazione atavica e che può essere migliorata e cambiata da chi ha una visione differente e solo da chi vuole governare per fare le riforme. Il centrodestra non vuole governare per fare riforme, ma solo per far passare piccoli emendamenti che non risolvono i problemi siciliani”.




