Si chiude con la remissione di querela, a seguito di un accordo transattivo, una delle due posizioni processuali che vedevano la senatrice della Repubblica Daniela Ternullo vittima di diffamazione aggravata a mezzo social network e blog online (ilponteweb.it).
A chiedere scusa è stata M.C., cittadina di Melilli, che assistita dal proprio legale ha espresso formale pentimento per i contenuti pubblicati, riconoscendo la gravità delle offese rivolte alla senatrice e manifestando la volontà di riparare al danno arrecato. L’intesa ha previsto formali scuse e un congruo risarcimento del danno, comprensivo delle spese legali sostenute dalla senatrice, rappresentata dall’avvocato Corrado Di Stefano del foro di Siracusa.
La remissione di querela riguarda esclusivamente la posizione di M.C. e non ha effetto per l’altro imputato, A.S., per il quale non è stato raggiunto alcun accordo. Il procedimento penale nei suoi confronti proseguirà regolarmente dinanzi al Tribunale di Siracusa, con la prossima udienza fissata per il 9 dicembre 2025.
“Quando una persona riconosce i propri errori e chiede sinceramente scusa, credo che anche chi ha subito un torto debba saper rispondere con rispetto e sensibilità. La tutela dell’onore delle istituzioni deve andare di pari passo con la comprensione per chi si pente sinceramente delle proprie azioni” afferma la senatrice Daniela Ternullo.
L’avvocato Di Stefano ha evidenziato come questo accordo rappresenti “un riconoscimento concreto della lesione subita dalla senatrice e al tempo stesso un segnale importante di civiltà giuridica e istituzionale, che distingue tra chi si rende disponibile a sanare il danno causato e chi invece persevera nell’offesa”.
La vicenda costituisce un monito contro le campagne d’odio online e riafferma il principio, sancito dalla giurisprudenza, secondo cui “l’esercizio del diritto di critica, anche politica, non può mai travalicare i limiti del rispetto della dignità altrui e della verità dei fatti”.
La senatrice Ternullo ha infine ribadito: “La politica e le istituzioni devono sempre distinguere tra chi sbaglia e si pente e chi invece continua a offendere e delegittimare. Difendere la propria dignità è un dovere verso le istituzioni che rappresentiamo”.