L’emergenza siccità in Sicilia. Un fatto che dipende anche e soprattutto dai ritardi infrastrutturali a cui è soggetta l’Isola. Ne ha parlato questa mattina il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, intervenuto al molo trapezoidale di Palermo in occasione di un evento organizzato dall’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale. L’attenzione dell’ex governatore della Sicilia si è in particolare soffermata sullo stato delle dighe siciliane, rimaste negli ultimi anni a mezzo servizio. A spiegare il perchè è proprio lo stesso esponente di Fratelli d’Italia.
“Le infrastrutture idrauliche hanno bisogno di dieci o quindici anni per essere realizzate. In Sicilia non si crea una nuova diga da quarant’anni. E l’anno prossimo la siccità riguarderà in maniera seria altre regioni, così come accaduto lo scorso anno con le regioni del Nord. Le dighe siciliane non sono vuote, sono piene di sabbia. Se non ci fosse stata la sabbia, ci sarebbe stata l’acqua. Le dighe non si possono riempire, quando piove, perchè il volume è occupato dalla sabbia. Per quarant’anni non sono state mai pulite. Credo che la siccità sarà un problema per diversi anni. Se si fosse programmato ciò che andava fatto venti o trent’anni fa, non saremmo a questo punto“.
Il ruolo del commissario Dell’Acqua
L’ex presidente della Regione parla poi della richiesta, mossa dall’attuale governatore Renato Schifani, di maggiori poteri per far fronte all’emergenza siccità. Fatto a cui il Governo Nazionale ha risposto con la nomina del Commissario Straordinario Nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, ovvero Nicola Dell’Acqua. “Sarà chiamato a portare a termine alcuni impianti che dovranno consentire un’integrazione delle attuli strutture presenti in Sicilia. Noi abbiamo progettato il completamento della diga Blufi che serve tre province (Palermo, Agrigento e Caltanissetta) e il completamento della diga Pietrarossa, ferma da trent’anni. Avevamo chiesto al ministero di finanziarla e sarà inaugurato entro il prossimo anno. Ciò significa 40 milioni di metri cubi di acqua da due dighe che erano fermi“. E poi sui dissalatori aggiunge. “Siamo tutti favorevoli. Tanto è vero che abbiamo votato la nomina del commissario Dell’Acqua, addetto alla riabilitazione dei depuratori e dei dissalatori“.
I problemi nell’entroterra
A soffrire le maggiori difficoltà sono i cittadini dell’entroterra siciliano. Le province di Agrigento, Trapani, Enna e Caltanissetta hanno registrato particolari difficoltà durante la stagione estiva e in questo inizio di autunno. “I cittadini di Enna pagano quarant’anni di mancata programmazione. Bisogna lavorare per gli interventi immediati. C’è il commissario Cartabellotta nominato a posta per affrontare questa gravissima, drammatica e inconcepibile situazione. La programmazione è iniziata con il mio Governo. Mancava persino lo strumento per gestire le acque in Sicilia. Era previsto da una legge dello Stato del 1989. L’abbiamo realizzato nel 2018. Potevano accorgesene qualche anno prima“.