L’esercito dei disoccupati siciliani è costantemente affollato e tra le sue fila negli ultimi anni non ci sono state purtroppo significative defezioni, nonostante i numerosi incentivi all’assunzione dei giovani disposti dal governo nazionale, attraverso il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone. Numerose le proteste per l’eliminazione di alcune agevolazioni, tra cui il cosiddetto “Bonus assunzioni under 36”, che non sono più fruibili per il 2024. Ma queste misure, in Sicilia, avevano davvero sortito qualche effetto positivo?
La legge di bilancio statale del 2023 aveva previsto che, per le assunzioni di giovani under 36, i datori di lavoro dell’Isola e di tutto il Mezzogiorno avrebbero ottenuto un esonero contributivo per un periodo di 48 mesi (36 mesi nel resto dello Stivale).
Allo stesso modo è stato cancellato il bonus per i “laureati eccellenti”, che offriva uno sgravio contributivo pari al 100% in favore dei datori che assumevano laureati e dottori di ricerca con particolari caratteristiche. Identica sorte è toccata anche al “Bonus occupazione Sud”. La misura permetteva una decontribuzione sulle somme destinate ai trattamenti previdenziali del 30% fino al 2026, subendo poi una lenta e graduale riduzione fino al 2029. Questo incentivo, inoltre, aveva una portata particolarmente ampia, dal momento che si rivolgeva sia ai contratti a tempo indeterminato che a quelli a termine o di apprendistato.
Secondo Unioncamere nel 2023 i nuovi occupati in Sicilia sono stati circa 15.000. Tuttavia, il dato è complessivo, in quanto si riferisce a tutte le fasce d’età. Ragionevole pensare che i giovani siciliani che hanno trovato un lavoro possano anche essere molto meno. Ad ogni modo, fa da contraltare a questa informazione lo scenario descritto dall’Istat, in base al quale i disoccupati under 35 in Sicilia sono il 28,8%, con punte che toccano anche il 32,9% a Palermo e il 33,4% a Caltanissetta e il 40%% ad Agrigento.
In altre parole, un giovane siciliano su tre non ha un’occupazione. I giovani con un’età compresa tra i 14 e i 36 anni nell’Isola, secondo i più recenti dati Istat, sono un milione e 200 mila circa. I nuovi occupati rappresenterebbero, nella migliore delle ipotesi, appena l’1,24%.
Le nuove misure adottate a livello nazionale dal ministro Marina Calderone ed implementate anche sul piano regionale si sono dimostrate insufficienti per il contrasto a questo grave problema sociale, evidenziando anche un deficit a livello strutturale che difficilmente può essere risolto attraverso degli “interventi tampone”.
Non è neppure un caso che la Sicilia si trovi in una situazione quasi da record negativo anche sul fronte Neet, cioè i giovani che non studiano e non lavorano. Gli scenari più preoccupanti si verificano a Caltanissetta, dove quasi la metà dei giovani fanno parte di questa fascia della popolazione. (clicca qui)
Non particolarmente efficaci neppure i 39 progetti finanziati due anni fa con il programma regionale “No more Neet”, (clicca qui) dal valore complessivo del finanziamento pari a due milioni di euro. Da capire ancora, invece, gli effetti a lungo termine del programma “Garanzia Giovani 2”, rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, finanziato dall’Ue e rivolto ai Neet.
A tal proposito, la Regione Siciliana, attraverso l’Assessorato al Lavoro retto da Nuccia Albano, ha anche allargato la platea dei destinatari della misura a tutti i giovani “non Neet”. Complessivamente sono rivolti all’Isola ben 205 milioni di euro.
Inoltre, è bene precisare che, secondo i dati di Unioncamere – Anpal, cresce sempre di più in Sicilia anche il disallineamento tra le competenze possedute dai candidati e le richieste dei datori, andando a incidere in modo rilevante anche sulla disoccupazione. Viene così impedito il corretto incontro tra domanda e offerta. Attualmente, infatti, il fabbisogno totale di lavoratori in Sicilia, per il quinquennio 2023-2027, è di 251.400 persone e copre il 6,6% del fabbisogno complessivo dell’Italia. Il tasso dell’Isola è del 3,5% e supera la media nazionale del 3,1%.