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Dj morta, il pm: “Dopo l’incidente era agitata e impaurita”

martedì 18 Agosto 2020
Viviana Parisi e Gioele-scomparsa-autostrada
© ilSicilia.it

Proseguono nel Messinese, per il 15esimo giorno, le ricerche di Gioele, il bambino di 4 anni scomparso lo scorso 3 agosto insieme alla madre Viviana Parisi, la dj di 43 anni trovata morta cinque giorni dopo nelle campagne di Caronia.

Anche oggi circa 70 persone, tra Vigili del fuoco, Protezione civile, Forestale, Polizia, Guardia di finanza e militari del Nucleo cacciatori dei Carabinieri e cani specializzati, stanno ‘battendo’ la fitta boscaglia della zona dove è stato trovato il corpo della donna controllando anche pozzi, fontane abbeveratoi e casolari.

Oggi nella Prefettura di Messina nuovo vertice per orientare le ricerche. Anche i familiari di Gioele proseguono la loro ispezione dei boschi di Caronia aiutati da amici. Ieri i genitori di Viviana hanno chiesto al procuratore di Patti, Angelo Cavallo, di potere effettuare ricerche in modo autonomo.

Il pm

“Da quello che ci è stato riferito dai turisti che hanno visto Viviana Parisi viva a Caronia dopo l’incidente stradale sull’autostrada Palermo-Messina, la signora era agitata e impaurita”. Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, titolare dell’inchiesta.

Al momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo e sequestro di persone. “Proseguono le indagini in tutte le direzioni – ha aggiunto il magistrato – al momento non ci sentiamo di escludere nulla. Chiaramente, da come ci è stata descritta, emerge la fragilità della donna in quel momento”.

I familiari

“Viviana era una donna fragile, aveva avuto problemi anche con manie di persecuzione e deliri mistici. Per questo era stata in ospedale e aveva avuto delle cure”. A dirlo Claudio Mondello, avvocato della famiglia Modello e anche cugino di Daniele, il marito di Viviana. “Non è vero tuttavia – precisa Mondello – che la famiglia ha preso sottogamba questi problemi di Viviana, tanto che l’ha accompagnata in ospedale anche in piena emergenza Covid-19 perché aveva cuore la sua situazione. La donna passava da momenti di lucidità ad altri in cui era confusa e temeva, anche se non c’era alcun motivo reale, che le togliessero o che potesse perdere il figlio Gioele cui era affezionatissima. Negli ultimi tempi era stata meglio, ma la famiglia l’ha sempre assistita e mai lasciata sola. Noi, anche se è irrazionale, speriamo sempre che Gioele sia vivo e proseguiamo le ricerche”.

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