La memoria non è una mai una questione di caso. Di coincidenza o di circostanza.
Il dovere della memoria lo è ancora meno.
Al Giardino della Memoria di Palermo, giornalisti e magistrati, alla presenza del comandante dell’Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, hanno piantato un albero dedicato alle vittime della strage di via Isidoro Carini del 3 settembre 1982: generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della polizia di Stato Domenico Russo.
Il sito di Ciaculli, confiscato alla mafia, è gestito da Unione cronisti ed Associazione nazionale magistrati. Erano presenti i figli del generale: Simona, Rita e Nando.
Per il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales: “un altro albero a Ciaculli arricchisce il grande mosaico della Memoria. Oggi abbiamo posizionato un altro tassello nel percorso di legalità che cronisti e magistrati hanno avviato da 12 anni in un’area dell’isola dove la prepotenza mafiosa ha terrorizzato per decenni i cittadini onesti e laboriosi”.
Il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo ha invece sottolineato: “Rendere onore al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente scelto Domenico Russo, significa esprimere profonda gratitudine nei confronti di chi col suo sacrificio ha contribuito a costruire quella coscienza collettiva del bene che vince sempre e comunque sul male”.
L’antimafia che deve tendere a diventare un sentimento adulto nei siciliani e un comportamento culturale che faccia parte del proprio bagaglio di vita si va imponendo sulla deriva delle strumentalizzazioni e delle facili declinazioni ‘ad personam’
Con questo stato d’animo in fondo, tutti ieri abbiamo fatto la nostra parte.
In punta di piedi e con rispetto.