Dalla giunta regionale ai lavori d’aula. Il sottile filo rosso che unisce Palazzo d’Orleans a Sala d’Ercole potrebbe rendere più in salita di quanto previsto alla viglia il voto sulla manovra quater. Oggetto della discordia? La riconferma di Salvatore Iacolino alla Pianificazione Strategica (CLICCA QUI).
Le polemiche sul rinnovo del vertice del Dipartimento dell’assessorato alla Sanità non sembrano volervi placare, incrinando il “fragile” rapporto tra Fratelli d’Italia e il presidente della Regione Renato Schifani. Nuovi retroscena sarebbero infatti emersi sulla nomina del dirigente generale.
Una questione per nulla banale. La posizione dura e inflessibile di FdI, come riferiscono voci di corridoio, sarà tale da coinvolgere in prima persona il presidente del Senato Ignazio La Russa, esponente di spicco tra i meloniani. Il dossier, infatti, probabilmente approderà a Palazzo Madama.
Lo scontro in giunta e sul nome di La Rocca
Tre dei quattro assessori di Fratelli d’Italia non hanno partecipato alla giunta convocata dal governatore. Assenti Alessandro Aricò, Elvira Amata e Giusi Savarino. Unico presente l’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato, che avrebbe consegnato una relazione sui motivi per cui FdI era contraria alla riconferma di Iacolino per poi non votare il provvedimento e lasciare la riunione. Scarpinato avrebbe consegnato anche una mail con la quale Mario La Rocca avrebbe rassegnato le dimissioni dai Beni culturali in caso di nomina.
Da un’istruttoria degli uffici della Regione su Mario La Rocca, inoltre, sarebbe emerso un potenziale conflitto di interessi in quanto alcuni suoi congiunti avrebbero attività proprio nel campo sanitario, situazione incompatibile con un Dipartimento come quello della Pianificazione Strategica che per gli accreditamenti ai privati gestisce un budget di oltre 315 milioni di euro. Inoltre, un dirigente generale per potersi dimettere è tenuto a dare un preavviso di almeno sei mesi. La risposta di La Rocca non è poi tardata ad arrivare, infuocando il fine settimana appena trascorso (CLICCA QUI).
I dubbi di legittimità sulla nomina di Iacolino
Attraverso le indiscrezioni raccolte da ilSicilia.it, in realtà, sarebbe emerso un quadro ancora più complesso.
Nella riunione di giunta sarebbe stato dato il via ad un rinnovo di Iacolino dalla durata di altri due anni, tempo che avrebbe permesso al dirigente generale di camminare al fianco dell’assessorato fino a fine legislatura.
Ad oggi, Iacolino non avrebbe però firmato il contratto. Il motivo? Al momento della sottoscrizione sarebbero emerse delle criticità relative alla copertura finanziaria. A sollevare la questione un dirigente regionale. Da qui la corsa ai ripari per arginare gli ostacoli e rinnovare, almeno per il momento, l’incarico per ulteriori 60 giorni. Attualmente nulla appare ufficialmente pubblicato.
A fare ulteriormente rumore sarebbero dei dubbi legati alla possibile illegittimità del rinnovo di Iacolino. Il capo del Dipartimento per la Pianificazione Strategica ha già alle spalle circa due anni e mezzo di attività. Con la proroga inizialmente pensata arriverebbe quindi a quattro anni e mezzo circa. Per legge i contratti esterni non possono avere una durata superiore a cinque anni. Calcoli alla mano, non supererebbe il tetto massimo, ma vi rientrerebbe per un soffio. Ma per il gruppo di FdI alcuni problemi sarebbero legati anche a quest’ultimo aspetto.
Le ripercussioni sulla manovra quater
Il tutto sarebbe emerso nel pomeriggio di ieri. Già dalle prime ore del mattino di oggi, tra le stanze di Palazzo dei Normanni, si vocifera di possibili ripercussioni sulla manovra quater.
All’interno del gruppo di Fratelli d’Italia le voci sono contrastanti, tra chi minimizza, invoca e augura l’unità del centrodestra e chi invece non è poi così sicuro di assumere una posizione netta sull’argomento.
Il quadro emerso evidenzia come delle questioni scottanti dovrebbero prima risolversi. Nessun dubbio sulla necessità di far andare in porto misure di massima urgenza. Qualche perplessità potrebbe però abbattersi sugli interventi territoriali, avanzati dai singoli deputati. Tra i meloniani, secondo indiscrezioni, c’è chi sostiene che il testo sarà vagliato ai raggi X, a caccia di possibili “mancette”.
Una presa di posizione che potrebbe così spostare gli equilibri d’aula. Su questi articoli, infatti, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, non si sono nascosti e hanno già annunciato battaglia con azioni di ostruzionismo.
Il tema dei franchi tiratori non è certamente nuovo. Già nel corso della votazione del ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica e di alcuni articoli della manovra ter si erano rivelati decisivi per il fatale esito. Che lo scenario possa ripetersi ancora una volta? (CLICCA QUI)