Non conosciamo i segreti dell’Universo, anche se la scienza è ai ferri corti con molteplici teorie a tal punto da doversi arrendere a non escludere nulla, anche se non si può arrivare a una vera e propria conclusione scientifica. Sembra tutto collegato: la mente è collegata con il corpo e con le relazioni, tutti siamo connessi e interdipendenti, entità micro e macro, comprendendo persino oggetti e pietre.
Ci siamo arrivati attraverso millenni di studi e scoperte perché da quando siamo stati creati abbiamo tutti, in misura maggiore o minore, cercato di scoprire perché siamo qui e perché dobbiamo superare molte prove di forza. Possiamo osservare questo collegamento grazie alle teorie deterministiche secondo cui “a una causa consegue un effetto” oppure alla cosiddetta “dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali” (“effetto farfalla”). Essere consapevoli di questi accadimenti può portarci a usare la connessione consapevolmente, spalancando le porte alla possibilità di farci attingere, in qualche misura, alla potenza che fa muovere l’intero universo. Ciò può accadere se permettiamo a noi stessi di adottare una prospettiva nuova sul nostro ruolo nel mondo. Occorre, innanzitutto, che ci sentiamo “parte dell’universo, parte del sistema, parte di tutto”.
Come ci insegnano la biologia e l’etologia, non esistono esseri animali inutili all’evoluzione della specie. La stessa formula va applicata a ciascun essere umano. Ci si sente inutili, spesso, perché inseriti in un contesto familiare ammorbante e non facilitante, da cui ci si deve allontanare senza se e senza ma, senza paura, senza sensi di colpa. L’Universo ci induce a pensare che il vero senso di colpa lo dobbiamo sentire quando offendiamo noi stessi facendoci rinchiudere in una gabbia, senza ribellarci, senza credere che ci sia qualcosa di alternativo. Proprio come le scimmie che vengono catturate in Indonesia solo prendendole per la gola, senza né corde né armi. Afferrano l’arancia posta all’interno di una zucca vuota e, anche se sanno che stanno per essere catturate, anche se sentono la zucca muoversi (perché legata a una fune che viene tirata), non riescono a mollare la presa, quasi, incoscienti di quello che le aspetta. Questo facciamo tutti: pilotati dalle nostre paure e dai nostri bisogni, ci costruiamo delle prigioni da cui non si riesce a uscire.
Dal DNA del corpo umano agli atomi che costituiscono l’universo, gli elementi naturali sembrano scambiarsi informazioni più rapidamente della velocità della luce (Gregg Braden, Albert Einstein). Perciò, quando accettiamo la violenza, anche verbale, di un nostro simile, lasciando che lo faccia ancora, il messaggio che arriva all’Universo è negativo e cattive saranno per noi le conseguenze, anche se siamo convinti di aver fatto del bene. Vi faccio un esempio: se riempio di regali, parole smielate e azioni nobili un uomo che non ricambia e non apprezza in alcun modo, non sarò premiata per la mia generosità ma punita per aver voluto la persona sbagliata e le punizioni, se così le vogliamo chiamare (senza alcun riferimento al concetto religioso di un Dio punitivo, che io abborro vivamente) hanno diverse forme e diversi pesi.
La prima cosa da fare è, dunque, tagliare i rami secchi, purificare le vibrazioni, eliminare i bisogni che ci rendono schiavi e vigliacchi, cambiare il concetto che abbiamo di noi stessi e degli altri, smetterla di impiegare il nostro prezioso tempo, energie e denaro con chi non lo merita affatto. Solo voi dovete meritarvi tutto? No, anche l’altro.
Altrimenti, cosa accade? La coazione a ripetere, il tutto che non cambia nulla e ci ritroveremo, come i tachioni in fisica quantistica, nell’esatta forma e posizione iniziale, con persone che ci tratteranno nel medesimo modo e problemi sempre peggiori da affrontare.
La chiave di tutto, secondo me, potrebbe essere desiderare fortemente qualcosa tanto da creare un’idea, un’imago di ciò che può portare alla sua materializzazione. A essa si uniscono delle emozioni, che ne sono il motore. Tutto questo viene inviato all’universo che dà vita a una possibilità, a mille opportunità per realizzare il nostro desiderio, per ricreare la nostra realtà in base a ciò che vogliamo. Più continueremo a sbagliare nelle scelte che faremo più lontano, io credo, sarà il raggiungimento dell’obiettivo, più difficile e inerpicata la strada e, probabilmente, il messaggio non sarà verace e, quindi, avremo dato vita a un’impossibilità. Se un uomo desidera le donne bellissime e se ne sposa una brutta, continuando a volere quelle sexy, non avrà fatto il suo bene e quello dei suoi cari. La coerenza è importante nelle teorie del determinismo. Anche se le risposte non arrivassero subito, dunque, occorrerebbe continuare a credere in quell’idea, in quell’imago, fosse pure per vederla realizzata solo per un giorno della propria vita!
Siamo collegati non solo con tutto ciò che attualmente fa parte della nostra vita, ma anche con tutto ciò che è esistito e con eventi che non sono ancora accaduti. Ciò che sperimentiamo adesso è il risultato di eventi che si sono verificati nella vita dei nostri avi e che portiamo nel nostro corredo genetico, di generazione in generazione. Sta a noi tramandare dei geni più evoluti e purificati ai nostri successori.