Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, incontrando la stampa a margine dell’assemblea dei soci di Confindustria Catania, interviene sul rapporto fra economia ed ambiente: “Sono un ambientalista per cultura politica, non sono un integralista, mi fanno paura gli integralisti“.
“L’ambientalismo non deve perseguire la mummificazione del territorio, deve tutelarlo e renderlo visibile – ha aggiunto -. Sono perché’ si possa lavorare perseguendo un nuovo contesto ambientale, anche partendo dal sistema industriale e, nello spazio di tre quattro mesi, dopo avere incontrato anche l’unione petrolifera, sono convinto che riusciremo a trovare una intesa per chiedere e ottenere la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi. E’ una mia vecchia battaglia, spero di avere accanto anche Confindustria“.
“Una riforma fiscale organica che riduca il cuneo, in Italia di ben 10 volte superiore rispetto alla media europea, una politica energetica che riequilibri i costi sostenuti dalle nostre imprese con quelli degli altri Paesi dell’Unione“. Questi, insieme con “politiche efficaci per l’aumento dei posti di lavoro e innalzamento delle competenze, più investimenti pubblici sulle infrastrutture, sostegno all’innovazione ed a un massiccio rilancio del credito d’imposta per gli investimenti” sono le richieste rivolte al governo regionale che il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco ha presentato durante la conferenza, a cui era presente anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
“Confidiamo – ha aggiunto Biriaco – che il nuovo governo sappia archiviare velocemente la stagione della perenne contrapposizione politica e mettere al centro l’impresa come pilastro su cui costruire la crescita perché solo partendo dall’impresa si può generare ricchezza, occupazione, progresso sociale e civile”. “Per competere – ha proseguito Biriaco – dobbiamo innovare e rispondere all’appello dei mercati internazionali con una dotazione di strumenti idonei”. Biriaco nel suo intervento ha parlato di infrastrutture e sul ruolo “su questo aspetto decisivo dell’Europa”, che deve anche “vigilare per evitare di perdere i fondi strutturali“.
Il presidente di Confindustria Catania ha anche parlato delle opere incompiute in Sicilia per un toltale di quasi 500 milioni di euro non investiti “per continui rinvii di una burocrazia i cui tempi sono disallineati rispetto a quali delle imprese“. “Ciò che nel nostro territorio ha assunto carattere emergenziale – ha concluso – è la carenza ormai cronica della dotazione infrastrutturale. Non possiamo pensare di essere innovativi e concorrenziali se non corriamo alla stessa velocità dei nostri competitor. Per esportare i nostri prodotti dobbiamo avere una visione che collochi il nostro territorio nelle grandi direttrici dei flussi commerciali“.