Non sono solo la disoccupazione e il fallimento delle imprese a destare le preoccupazioni dei lavoratori edili, ma anche i criteri per l’anticipo pensionistico, inserito nella scorsa finanziaria nazionale, per venire incontro alle esigenze di chi a pochi anni dalla pensione ha perso il lavoro, di chi svolge lavori gravosi, degli invalidi e dei caregiver.
Secondo i decreti attuativi già pubblicati, lamentano i sindacati, rischiano di essere pochissimi gli operai over 60 a potere accedere alla pensione agevolata (Ape), visto che i requisiti attuali risultano irraggiungibili per chi lavora con discontinuità. Quello che doveva essere un aiuto nei confronti dei lavoratori ultrasessantenni rischia di trasformarsi in una beffa.
Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno deciso oggi di scendere in piazza in cinque città italiane Bologna, Roma, Bari, Cagliari e Palermo. Nel capoluogo siciliano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno consegnato una lettera di protesta al direttore regionale dell’Inps Sicilia, Sergio Saltamacchia.
Quali sono i requisiti previsti dai decreti per ottenere l’agevolazione?
Per i disoccupati, gli invalidi e i caregiver (ovvero coloro che si occupano degli invalidi riconosciuti dalla legge 104) bisogna avere 63 anni di età e 30 di contributi. Per chi svolge lavori difficoltosi o rischiosi, invece, resta fermo il limite dell’età a 63 anni, mentre gli anni di contribuzione salgono a 36.
Per le organizzazioni sindacali si tratta di parametri troppo stringenti, perchè non tengono conto delle difficoltà attraversate da diversi settori, tra cui quello edile, che hanno costretto gran parte dei lavoratori a lavorare in modo saltuario. Una circostanza verificatasi in modo ancor più drammatico al Sud.
Se la crisi economica da anni colpisce indistintamente tutto il Paese, da Nord a Sud, ci sono aree in cui il peso della mancanza di lavoro nell’edilizia si è sentito di più. In Sicilia, infatti, si contano 80mila disoccupati, un calo delle imprese del 27% e una crescita del lavoro nero del 40%.
Secondo i dati raccolti dai sindacati dell’Isola gli edili over 60 che ancora oggi lavorano sui ponteggi, in condizioni usuranti, sono circa 23mila. E solo 400 potranno accedere ai benefici per andare in pensione. Gli operai lavorano in media 37 settimane, in Sicilia invece 29. “Questo – dichiarano – è un lavoro usurante e discontinuo. Per questo chiediamo di abbattere i paletti restrittivi e di permettere a questi lavoratori di accedere alle agevolazioni”.
Dopo aver sfilato per le vie del capoluogo i manifestanti hanno raggiunto la sede della Regione Siciliana per continuare la protesta.“Non si può stare sui ponteggi a 60 anni, siamo stanchi di essere trattati come ultimi”, dice Piero Ceraulo, segretario Fillea Cgil Palermo. “Con noi oggi – continua – ci sono gli operai della Tecnis e lavoratori di diverse province siciliane. Anche se questo governo tra quattro mesi andrà a casa, protestiamo perché in 5 anni non ci hanno dato una risposta, ma anzi i pochi cantieri che ci sono stanno per chiudere”.
Una delegazione è stata ricevuta dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno chiesto “l’avvio dei cantieri previsti nel Patto per la Sicilia, interventi per recupero dei centri storici, per l’edilizia scolastica e per la tutela del territorio. E’ necessaria l’attivazione di una cabina di regia per spendere le risorse, spenderle bene può fare la differenza. Serve sollecitare le grandi stazioni appaltanti a partire da Anas ed Rfi per le infrastrutture ma occorre anche supportare la capacità dei Comuni, oggi insufficiente, di approntare progetti esecutivi per le opere di loro competenza”.