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Profondo rosso in Sicilia: crollano Pil, turismo, occupazione e nascite. L’allarme del Cresme

venerdì 6 Aprile 2018
Cresme sicilia report

Forte rischio demografico per la regione Sicilia che tra 20 anni avrà oltre mezzo milione di abitanti in meno. A partire dal 2014 è iniziata una dinamica negativa che ha portato a perdere tra 2013 e 2017 quasi 68.000 abitanti.

Soprattutto a causa dei fenomeni di invecchiamento della struttura demografica, nel prossimo futuro si verificherà un calo consistente della popolazione regionale. E’ questo uno dei dati della ricerca che il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha commissionato al Cresme e che sono stati illustrati a Palermo nel corso dell’incontro “Le città del futuro. Idee, strategie e progetti per la Sicilia”, nona tappa – delle 14 previste – del percorso di avvicinamento all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti italiani che si terrà a Roma dal 5 al 7 luglio prossimi.

Altrettanto poco confortanti sono gli altri dati. Il ritardo della Regione con il resto del Paese è andato crescendo: nel 2016, la regione Sicilia ha un prodotto interno lordo inferiore del 13,7% rispetto a quello registrato nel 2007. La crisi occupazionale dell’Isola ha il principale protagonista nel settore delle costruzioni, che dal 2008 ha perso quasi il 50% degli addetti: in dieci anni sono fuoriusciti dal settore 97mila occupati, sono pari all’84% dei 115mila occupati persi nel complesso dall’economia siciliana.

Il tasso di disoccupazione in regione è tra i più alti in Italia, superato solo dalla Calabria. In termini di dinamica, è cresciuto fino al 2014, attestandosi sul 22,2%, raggiungendo il livello massimo, e dopo una modesta riduzione registrata nel 2015 (21,4%) nel 2016 è tornato a superare il 22%, per  attestarsi al 21,5% nel 2017, 10 punti percentuali sopra la media nazionale.

Ancora più drammatico il quadro della disoccupazione giovanile, che mostra livelli altissimi: nel 2014 ha raggiunto il 57%, quando la media nazionale era pari al 42,7%, ma il modesto miglioramento nel periodo successivo è stato superato da un nuovo balzo nel 2017 , con un incremento sopra il 57%, raggiungendo così il livello più alto dal 2004 mentre in Italia è scesa al 37,8%.

Anche il turismo mostra segnali di crisi. Con 4,4 milioni di arrivi nel 2016 e 14 milioni di presenze, la Sicilia assorbe circa il 4% dei flussi turistici nazionali, collocandosi al decimo posto nella classifica delle regioni italiane. Una posizione del tutto insoddisfacente considerante le bellezze naturali, storiche, artistiche e architettoniche della Sicilia.

Pochi i segnali di ripresa per il settore delle costruzioni che, nel passato, rappresentava uno dei motori dell’economia siciliana. Secondo le stime del Cresme il valore della produzione delle costruzioni in Sicilia nel 2017 è pari a 6,6 miliardi di euro, poco più del 5% del totale nazionale. La stima degli investimenti delinea un settore in profonda crisi, con investimenti in calo fino al 2016,  poco più che stagnanti nel 2017,  e con profonde variabilità settoriali. Le prime ipotesi di ripresa per il 2018 definiscono un livello degli investimenti che fatica a recuperare i margini persi nel corso della lunga crisi. Dal mercato dei bandi di gara per opere pubbliche arrivano segnali abbastanza evidenti di un settore in ridimensionamento.

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