“La Regione dallo scorso mese di novembre non paga le imprese edili che, nonostante tutto, hanno continuato a garantire la prosecuzione dei lavori. Ma, già indebitatesi per eseguire gli stralci non saldati, le nostre imprese hanno potuto mantenere i cantieri, in tempo di pandemia, solo grazie a soldi anticipati dalle banche e ricorrendo a tutti gli aiuti statali possibili. Adesso, però, non solo non hanno più liquidità né ne ricevono altra, ma in più le banche, pressate dalle nuove e più restrittive norme europee, sollecitano il rientro dei crediti temendo che finiscano in sofferenza. A questo punto non possiamo che comunicare ai sindacati una decisione dolorosa quanto improcrastinabile: siamo costretti a licenziare tutti i lavoratori, a chiudere le imprese e alla fine per tutti ci forse ci vorrà il Reddito di cittadinanza“.
Lo afferma Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia Cutrone ieri ha inviato “l’ennesimo sollecito al governatore Nello Musumeci e all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, dopo i precedenti andati a vuoto, l’ultimo dei quali consegnato lo scorso 28 aprile. Ma cadono nel vuoto il fare presente la drammatica situazione finanziaria di chi si è sacrificato per mantenere gli impegni assunti e l’evidenziare le conseguenze negative sui livelli occupazionali”.