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Rischio spaccature in tutta l'Isola

Elezioni delle Province, è caos nel centrodestra: partito il valzer dei candidati

martedì 1 Aprile 2025
palazzo dei normanni

Sono momenti di tensione per la politica siciliana. Nei prossimi giorni infatti si deciderà il destino delle candidature alle prossime elezioni provinciali. Come è noto, il prossimo 27 aprile i sindaci e i consiglieri comunali dell’Isola saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti all’interno delle Città Metropolitane ma soprattutto dei Liberi Consorzi. Ed è proprio su quest’ultimi enti che è scoppiato il caos. Nonostante numerose riunioni di maggioranza, il centrodestra siciliano non ha trovato una quadra. Anzi, a sette giorni dalla chiusura delle liste appare ormai probabile che la coalizione a sostegno del governatore Renato Schifani proporrà più candidature, frutto più delle alleanze fra le varie correnti dei partiti che da un accordo fra le anime del centrodestra. “Hanno trionfato le correnti piuttosto che i partiti“, sbotta un big della maggioranza a microfoni spenti. Insomma, il clima in questo mese di aprile si preannuncia rovente.

La spaccatura a Ragusa apre i giochi

Spaccature che se prima erano solo ipotizzabili attraverso i rumors di Radio Palazzo, ieri hanno trovato conferma attraverso l’ufficializzazione delle prime candidature. Situazione molto complessa quella che riguarda il Libero Consorzio di Ragusa. Intorno all’ora di pranzo, i coordinamenti di Fratelli d’Italia, Lega, Grande Sicilia e Forza Italia hanno dichiarato di appoggiare il profilo di Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso e profilo molto vicino al capogruppo meloniano a Sala d’Ercole Giorgio Assenza. Una presa di posizione che non ha trovato l’adesione della Democrazia Cristiana. I cuffariani, che sul territorio ibleo vantano un’ampia rappresentanza garantita dal presidente della commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate, sosterranno il nome di Gianframco Fidone. Sul sindaco di Acate si registra anche l’appoggio del gruppo civico Radici Iblee. Candidature alle quali se ne aggiungerà una terza appoggiata dai gruppi di centrosinistra. Si tratta del sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna.

E anche ad Agrigento si rischia la divisione

Non va di certo meglio ad Agrigento. Dopo i numerosi appelli all’unità promossi dal capogruppo della DC all’Ars Carmelo Pace, la maggioranza della coalizione ha ufficializzato il proprio sostegno alla candidatura di Stefano Castellino, sindaco di Palma di Montechiaro. Un nome sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Democrazia Cristiana e Udc. Al momento però, Forza Italia e Grande Sicilia non hanno ufficializzato il proprio assenso alla proposta. Anzi, da giorni si parla insistentemente di un dialogo con alcune ali del Partito Democratico.

A Trapani si cerca una sintesi

L’incertezza regna anche a Trapani. L’asse nato fra Forza Italia e Lega sul profilo del sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini non ha attratto al momento le simpatie del resto della coalizione. Soprattutto di Fratelli d’Italia. Partito che vorrebbe appoggiare una proposta diversa. Come è noto invece, sul fronte del centrosinistra non si lancerà nella contesta il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida.

Centrodestra a due teste su Enna e Caltanissetta

Le conseguenze di queste fibrillazioni delle ultime ore stanno riversando i loro effetti sulle partite ancora aperte. Al momento, il centrodestra potrebbe andare diviso sia ad Enna che a Caltanissetta. Sul capoluogo più alto della Sicilia, all’interno della coalizione maggioritaria all’Ars ci sarebbero due correnti di pensiero. La prima, sostenuta da Forza Italia e Grande Sicilia, porta al profilo del sindaco di Nissoria Rosario Corianni. La seconda invece interesserebbe Antonio Cammarata, ovvero il sindaco di Piazza Armerina. Personalità sulla quale si sarebbe accentrato il consenso di Fratelli d’Italia, UdC e Lega. A fare da ago della bilancia potrebbe essere la Democrazia Cristiana. Partito che, dopo le fibrillazioni in quel di Ragusa, si è preso del tempo per pensare alle prossime mosse. In casa giallorossa invece, il centrosinistra ha deciso di sostenere il volto del sindaco di Calascibetta, ovvero Antonio Capizzi.

Sul fronte nisseno invece, il centrodestra dovrà intanto fare i conti con gli avversari. I progressisti qui schiereranno Terenziano Di Stefano, sindaco di Gela e profilo vicino al coordinatore regionale del M5S Nuccio Di Paola. Una candidatura dalla quale i pentastellati si aspettano tanto, vista anche la divisione che regna fra gli avversari. Anche a Caltanissetta infatti, il centrodestra rischia di andare diviso. Due i nomi che girano fra i corridoi di Palazzo dei Normanni. Si tratta del sindaco del capoluogo nisseno Walter Tesauro, sostenuto da Forza Italia, e di Massimiliano Conti, sindaco di Niscemi. Profilo sul quale ci sarebbero i “si” di Fratelli d’Italia, Lega, DC e Noi Moderati.

Incerta la posizione di Grande Sicilia. E proprio il patto federativo di Lombardo, Lagalla e Miccichè punta ad esprimere un’altra candidatura, quella al Libero Consorzio di Siracusa. Area sulla quale gli autonomisti punterebbero su Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla. Un nome che però il resto della coalizione, in particolare Fratelli d’Italia, ritiene troppo vicino ad Azione e al sindaco di Siracusa Francesco Italia.

Che succede nelle Città Metropolitane? I movimenti a Palermo

E che succede invece nelle tre Città Metropolitane? Come è noto infatti, a Palermo, Catania e Messina non si eleggono i presidenti. Qui infatti rimarranno in carica gli attuali sindaci dei capoluoghi di competenza (Roberto Lagalla, Enrico Trantino e Federico Basile). Ma si dovranno comunque eleggere i consiglieri provinciali. In pratica, si dovranno redigere le liste. Ed è qui che si gioca la partita. A Palermo ad esempio, chi vorrà presentare una lista dovrà raccoglire 57 firme. Un quantitativo ridicolo se paragonato ai numeri necessari a presentare le candidature per le elezioni amministrative. Ma che può diventare decisamente impegnativo in delle elezioni di secondo livello come quelle che i partiti si stanno preparando ad affrontare.

Con riguardo a Palermo, la linea di diversi partiti sarebbe quella di limitare candidature provenienti dal Consiglio Comunale del capoluogo siciliano. Secondo i rumors di Radio Palazzo, la Lega ad esempio si starebbe affidando ai referenti sui territori. Fra i papabili ad una candidatura figurano il sindaco di Alimena Giuseppe Scrivano e l’asssessore al comune di Bagheria Francesco Gurrado. Una linea sposata, a sinistra, dal Partito Democratico. I dem presenteranno una propria lista a Palermo, affidandosi ai propri primi cittadini d’esperienza. Fra questi figurerebbe anche l’ex parlamentare nazionale Franco Ribaudo, attuale sindaco di Marineo. E, a proprosito di leader cittadini, in casa Forza Italia si vocifera di una possibile chance per il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono. Di diverso avviso potrebbe essere invece la Democrazia Cristiana. Compagine nella quale reclamerebbe un posto in lista il presidente della IV Commissione a Palermo Salvo Imperiale.

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