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“L’Ars si sensibilizzi con meno slogan“. L’assessore regionale all’Energia e ai Rifiuti Alberto Pierobon ‘tira le orecchie’ agli inquilini di Palazzo dei Normanni sul tema delle energie rinnovabili in occasione della riunione della commissione Attività produttive che si è svolta nella Sala Lanza dell’Orto Botanico.
Si è parlato, in particolare, di agricoltura e di utilizzo delle energie rinnovabili in questo settore produttivo. “Bisogna aiutare il comparto agricolo che sta soffrendo moltissimo in termini di costi – ha affermato Pierobon –, e quindi intervenire per abbassare i costi, oppure allo scopo di aumentare i ricavi, naturalmente senza incidere sull’aspetto primario che è quello della produzione agricola, ma supportando, appunto, questi costi energetici: un’operazione che va fatta in tempi brevi“, ha detto Pierobon.
Tra le priorità del Piano energetico regionale, l’incentivazione dell’uso delle energie rinnovabili in agricoltura tramite il riuso di aree dismesse, desertificate e confiscate: “Un aspetto che abbiamo sottolineato e sul quale voglio che ci sia assolutamente maggiore interesse – ha puntualizzato l’assessore – Per questo abbiamo chiamato degli esperti disancorati dal pensiero unico, con idee tra loro anche contrastanti“.
Sulle modalità di utilizzo delle aree per l’incentivazione dell’uso delle energie rinnovabili è intervenuto il direttore scientifico del Kyoto Club, Giovanni Silvestrini: “Oggi l’Italia e la Sicilia hanno l’obiettivo di raggiungere un approvvigionamento di elettricità tra il 55 e il 60% da fonti rinnovabili. Il tema è riuscire a fare il più possibile su coperture di edifici, con nuove regole che sono in discussione, consentire ai condomini di utilizzare l’energia del fotovoltaico, cosa che ancora non è possibile. Poi occorre riuscire a raggiungere questi ambiziosi obiettivi anche in campo aperto – ha affermato Silvestrini –, magari pensando alla sperimentazione dell’agrofotovoltico: consentire nello stesso terreno la produzione e la presenza dei campi fotovoltaici. Così i eviterebbe, per esempio, l’abbandono delle campagne“.
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