Si terrà, domani, nel carcere di Agrigento, l’interrogatorio di fra’ Rosario Buccheri, il francescano, cappellano del carcere di Enna, arrestato mentre consegnava un panetto di 80 grammi di hashish a un detenuto. Il frate è assistito dall’avvocato Nino Grippaldi, del foro di Catania e dovrà rispondere al pm Domenico Cattano che guida l’inchiesta. La sua nomina a cappellano della Casa circondariale di Enna “Luigi Bodenza” sarebbe stata caldeggiata dai frati francescani del provinciale.
Fonti interne alla diocesi raccontano che Buccheri appena arrivato ad Enna aveva ricevuto l’incarico direttamente dal vescovo, Rosario Gisana. Un incarico delicato che non aveva tenuto conto di una condanna, passata in giudicato nel 1992, per furto di materiale militare e di una recidiva mentre Buccheri era carabiniere. Per questo l’Arma lo aveva licenziato. Il francescano, al quale è stato sequestrato un computer, che potrebbe rivelare tante cose, dovrà spiegare quei “pizzini”, fittamente scritti, disseminati nella sua stanza nel convento di San Francesco e le tante armi ritrovate. Tra le cose sequestrate, al vaglio degli inquirenti, una moltitudine di munizioni per una calibro 9×21 ma nessuna pistola.
Negli scorsi mesi si sono registrati fatti nuovi per il carcere ennese, giochi di artificio a notte fonda e macchine in corsa attorno al perimetro del carcere con musica neomelodica a tutto volume. Il carcere di Enna, che fino a 15 anni fa aveva ospitato detenuti condannati per mafia, da anni é un istituto tranquillo. Oggi, invece, ospita appartenenti al clan Santapaola, declassati a detenuti comuni, che potrebbero avere fatto la differenza. A questo, le indagini ancora in corso, dovranno dare risposta.