Ci risiamo. E’ di nuovo emergenza idrica a Messina, con il capoluogo che da lunedì a mercoledì rimarrà ancora una volta senz’acqua.
Ad annunciare i disagi è l’Amam che, la prossima settimana, sarà impegnata ad ultimare i lavori nella condotta idrica cittadina. Si dovrà procedere, quindi, alla sospensione della fornitura idrica per 48 ore, al fine di completare le saldature nei due punti di giunzione con la condotta esistente e riportare alla normalità i flussi d’acqua a Messina.
L’acqua a Messina mancherà dalle ore 12 di lunedì 4 settembre alle ore 12 di mercoledì 6 settembre. Amam ha evidenziato, inoltre, che, a causa del fermo, la distribuzione idrica ritornerà solo gradualmente alla normalità.
Saranno necessari altri due giorni prima di tornare alla normalità. Al più tardi sabato mattina tutto dovrebbe essere risolto.
Al fine di mitigare i disagi degli utenti, l’Amam ha già richiesto a Siciliacque un’integrazione del flusso idrico dall’acquedotto Alcantara. Mediante l’utilizzo dell’acquedotto della Santissima e dei pozzi cittadini, l’Amam prevede di poter effettuare delle distribuzioni d’acqua razionate anche nei giorni di fermo.
Ad ogni modo i disagi si ripropongono per l’ennesima volta e c’è da chiedersi come sia possibile che nel 2017 (anzi alle porte del 2018) una città come Messina debba ritrovarsi puntualmente, con una frequenza ormai disarmante, alle prese con problemi di carenza o assenza di acque.
Possibile che continui a prevalere la logica degli interventi tampone sull’ovvia necessità di prevedere, programmare ed attuare opere strutturali, dedite a risolvere la questione?
Si dirà, come da copione, che il Comune è arrivato sino alle porte del dissesto, e che la Città Metropolitana di fatto è già dentro quel baratro, e si dirà che per effettuare lavori di ampia portata, occorrono fondi ingenti e che le risorse per questa tipologia di lavori non sono disponibili, e verrebbe da dire che in parte forse è anche vero se si tiene conto dell’evasione arrivata sino addirittura a 92 milioni di euro non versata da chissà quanti anni a questa parte dai contribuenti in oggetto alle bollette del servizio idrico.
Ma la spiegazione, evidentemente, può giustificare soltanto in parte l’analisi di una vicenda deprecabile, dove la carenza di fondi, e probabilmente di idee, per sistemare una volta per tutte le condotte stride con l’ormai stucchevole susseguirsi di annunci di black-out idrici.
Piccole e grandi emergenze penalizzano la vivibilità del territorio e arrecano disagi e disservizi ai cittadini come se fosse diventata pura normalità, e la rassegnazione dei messinesi ma anche l’indignazione per questo stato di cose devono fare riflettere.
A Messina, come in diversi altri Comuni siciliani (e non solo), con questo modo di gestire la cosa pubblica, volente o nolente, non si va più da nessuna parte.