Mancavano i numeri 166 e 123, quelli attribuiti a due migranti di nazionalità eritrea, di 30 e 19 anni, ieri sera alla lista di persone identificate dalla polizia durante lo sbarco dalla nave Diciotti. Erano riusciti a fuggire dal pattugliatore della Guardia costiera calandosi lato mare e raggiungendo la riva a nuoto.
A ricostruire quanto accaduto e’ “Il Fatto Quotidiano“, notizia confermata in ambienti qualificati, che ha raccolto la testimonianza fatta dai due: “Nuotavamo tra la nave e la banchina, rischiavamo di farci schiacciare e passando sotto i pontili ci siamo graffiati con degli ami. Per tre volte abbiamo tentato di risalire sulla banchina, ma c’era sempre la polizia”.
Alla fine i due giovani migranti sono riusciti a andare via dal porto, hanno strappato i braccialetti con i numeri per non farsi riconoscere e incontrando altri eritrei, sono stati messi in contatto con un avvocato che si occupa di Ong. Il penalista che li assiste ha inoltrato richiesta di asilo politico per i suoi clienti tramite Pec.
In totale sono 135 i migranti che, sbarcati dal pattugliatore Ubaldo Diciotti, sono partiti nella notte da Catania con destinazione l’hot-spot di Messina. Al momento dell’identificazione, ieri notte sul Molo di Levante, due di loro si sono dichiarati minorenni. Il Comune, attraverso i servizi sociali, è riuscito a trovare loro alloggio all’alba in una comunità di accoglienza etnea. Tutti sono stati trasferiti a Messina con un bus della polizia di Stato e due dell’aviazione militare di stanza a Sigonella.
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