Nel giorno in cui a Roma si vota per la vice presidenza di Camera e Senato, il numero uno di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, rompe gli indugi e annunciando la rinuncia al seggio da senatore .”Resto a Palermo. Con Schifani fino alla morte. Non sarà guerra come con Musumeci”.
La notizia era nell’aria , ma alla fine è arrivata la conferma: Miccichè non molla la sua Sicilia e va a sedere da vincitore, ancora una volta, tra gli scranni dell’Ars. Lo ribadisce a chiare lettere: oggi a Palazzo Madama, non ci sarà nessuna elezione che lo potrebbe riguardare non essendo in alcun modo candidato.
“A Roma – continua il commissario degli azzurri – non ci vado manco morto!” E allora, quale sarà il futuro dell’ex Presidente dell’Assemblea regionale siciliana? Le strade, spiega Miccichè, sono due: fare niente o fare qualcosa. Fare qualcosa appunto. Ma cosa?
La prima possibilità è ritornare a presiedere Sala d’Ercole. La seconda alternativa è entrare a pieno titolo nel Governo di Renato Schifani, magari come assessore alla Sanità. “Con Renato Schifani fino alla morte, rispetto a lui non esistono alternative. Poi siamo dello stesso partito”, ha sottolineato il forzista che promette eterna lealtà e pace al neo presidente della Regione. Un’occasione, neanche a dirlo, per rimarcare la distanza e la netta differenza di visioni e di rapporti con il nemico-amico, oggi candidato a Ministro per il Sud con l’Esecutivo Meloni, Nello Musumeci. “Ai miei, ho pregato di comunicare il verbo della serenità. Avevo fatto lo stesso cinque anni fa, quando fu eletto Musumeci, perché se votiamo un presidente è giusto portarlo avanti. Con Musumeci però è andata diversamente. Con lui la guerra è finita solo quando ha deciso di andarsene”.
A proposito di Musumeci e di toto ministri. Per Miccichè è “sicuro ed è giusto” che l’ex presidente della Regione Siciliana diventi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Mezzogiorno, tuttavia, rispondendo alla domanda su un possibile ruolo da “collante” fra Roma e Sicilia Miccichè dichiara: “Aiutare la Sicilia? Chiedete a lui.”
Insomma, se da una parte Miccichè sembra non essere intenzionato a mettere una pietra sopra al suo rapporto difficile con Musumeci, dall’altro prova a smorzare i toni e a predicare serenità almeno all’interno di Forza Italia. Nessuna tensione e nessun malumore devono creare frizioni nel centrodestra siciliano, definiti “film scritti da uno sceneggiatore che non corrispondono alla realtà”.
Intanto, a tenere banco è ancora il toto assessori. “Ci saranno delle regole da rispettare”, ha poi aggiunto Miccichè.