Alla guida dell’Orchestra sinfonica siciliana torna Ester Bonafede, già sovrintendente della Foss per sette anni. L’elezione è avvenuta ieri sera nel corso di una riunione straordinaria del Cda iniziata dopo le 20.
“Il compenso che l’architetto Bonafede percepirà – si legge in un comunicato – sarà di 70mila euro lordi annui, al di sotto del tetto previsto per i precedenti sovrintendenti che si sono succeduti in questi ultimi anni alla Foss. E’ tuttavia previsto un premio di produttività che sarà assegnato solo se saranno raggiunti alcuni risultati che avrà stabilito il CdA”.
Per l’architetto Bonafede, si diceva, si tratta di un ritorno alla Foss. Era stata lei a volere il trasferimento degli uffici da via La Farina allo storico teatro Politeama progettato da Giuseppe Damiani Almeyda, nei locali di quella che un tempo era la galleria d’arte moderna, prima dello spostamento di quest’ultima nel complesso monumentale di Sant’Anna. E il trasferimento nei locali del Politeama era stato proprio l’inizio di una grande opera di rilancio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, attuato grazie al suo impegno.
All’elezione ha contribuito il voto del presidente Stefano Santoro e del consigliere Marco Intravaia, vicini al presidente dell’Ars e a quello della Regione, che hanno fatto fronte comune, mentre hanno votato contro quelli più vicini al centrosinistra, fra cui il rappresentante del Comune di Palermo. Pare, infatti, che nelle scorse ore fosse nato un asse Davide Faraone-Leoluca Orlando che avrebbe voluto sponsorizzare Gandolfo Librizzi, già numero uno del conservatorio, ma evidentemente questa operazione alla fine non c’è stata o non aveva i numeri per essere portata avanti. Nelle scorse ore, inoltre, era stato pubblicato un documento dei sindacati in cui non si faceva alcun veto sui nomi, ma si chiedeva solamente di rispettare il requisito della professionalità, cosa che la Bonafede – con i suoi sette anni di esperienza – ha maturato ampiamente.
Mesi fa, nel corso di un’intervista resa a ilSicilia.it, a proposito della crisi del processo di trasformazione degli enti lirico-sinfonici in fondazioni lirico-sinfoniche, che invece avrebbe dovuto portare nuova linfa, Ester Bonafede aveva sottolineato come “la ratio fosse di alleggerire il peso di finanziamenti pubblici, trasformando gli enti in fondazioni di diritto privato, ma questo si è rivelato fallimentare, perché pochi investono nella cultura, mentre i grandi teatri, a partire dal Politeama Garibaldi di Palermo, oggi potrebbero raccogliere una grande sfida e dialogare con il mondo dei giovani, con l’associazionismo, con l’impresa, insomma con tutta la società, annullando la distanza con la città e con la gente”.