Da tre giorni alcuni ex sportellisti sono in sciopero della fame davanti a Palazzo d’Orleans per richiamare l’attenzione del presidente Musumeci sulla loro condizione. Da quattro anni, infatti, sono usciti dal circuito che li aveva visti impegnati per conto della Regione Siciliana nell’attuazione delle politiche attive del lavoro e da due ormai non percepiscono nessun sostegno al reddito. Proprio in questi giorni, infatti, è ripreso presso le Commissioni di merito dell’Ars l’esame del collegato alla finanziaria che, tra le altre cose, affronta il loro problema con un emendamento. Questo dispone il loro utilizzo presso i Centri per l’impiego, in queste ultime settimane finiti nell’occhio del ciclone a causa dei disservizi e dei disagi lamentati dagli utenti e delle aggressioni denunciate dal personale.
Il provvedimento, quindi, prende due piccioni con una fava, dando risposte da un lato alle richieste dei 1.800 ex sportellisti e dall’altro potenziando con personale qualificato i tradizionali Uffici di collocamento. Pertanto ci si sarebbe aspettata un’ampia convergenza anche in considerazione della sottoscrizione del testo, a prima firma dell’Onorevole Sergio Tancredi del M5S, anche di molti parlamentari appartenenti ad altre forze politiche. Invece, sia la Commissione lavoro che quella al bilancio lo hanno accantonato, poichè secondo quanto si apprende da fonti parlamentari il presidente della Commissione lavoro, l’onorevole Luca Sammartino del Pd, si sarebbe messo di traverso in quanto a suo parere la questione degli ex sportellisti va affrontata con un disegno di legge ad hoc. La diatriba ha animato un duro botta e risposta via Facebook tra una lavoratrice storica, Adriana Vitale, e lo stesso Sammartino.
“Alla luce delle difficoltà dei Centri per l’impiego che abbiamo visto negli ultimi tempi – dichiara Sergio Tancredi – penso che il piano di riordino e di utilizzo che viene prospettato in questa modifica della 8 del 2016, nonché l’ampliamento dei soggetti che possono utilizzare queste figure di sistema, possa permettere un primo passo verso la normalizzazione della situazione. Paradossale che si ostacoli un emendamento di buon senso con cavilli regolamentari che nulla hanno a che vedere con l’interesse generale, rimandando le soluzioni a fantomatiche iniziative legislative ancora di là da venire”.