In Sicilia crescono a dismisura i costi di energia e rifiuti e in parallelo anche la raccolta differenziata e il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata.
Queste criticità emergono anche dal dossier presentato da Anci Sicilia, stigmatizzando l’annullamento del decreto (CLICCA QUI), qualche mese durante il Consiglio regionale dell’Associazione che ha deciso all’unanimità di chiedere un incontro urgente al presidente della Regione Renato Schifani.
“Il motivo per cui abbiamo convocato una conferenza stampa sul costo dei rifiuti non è legato a posizioni di parte o ad un’azione di protesta o di critica nei confronti del Governo. Il fatto di trovarci nella sede del Parlamento siciliano è legato, piuttosto, alla volontà di parlare a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione e di volere elevare il livello del dibattito pubblico sul tema dei rifiuti fornendo dati e offrendo proposte”, così aveva dichiarato il presidente dell’Anci Sicilia.
Non solo. L’associazione dei comuni aveva anche presentato un ricorso all’Antitrust nel quale si nota che la tariffa per il conferimento in discarica è passata dai 112 euro per tonnellata del 2014 ai 380 euro per tonnellata del 2023, per verificare se il costo che praticano gli operatori del settore sia congruo oppure viziato da posizioni dominanti sul mercato.
Incontro che però non è ancora avvenuto. “Ci dispiace dover prendere atto che tutti i nostri appelli siano finora caduti nel vuoto. Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Regione, Renato Schifani, richiamando lo spirito di collaborazione istituzionale al fine di individuare una soluzione per arginare gli extra costi su energia e rifiuti che ingessano i bilanci comunali , ma a tutt’oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta”.
Questo è quanto emerso dopo il Consiglio regionale riunitosi nella giornata di ieri.
“Gli assessori Falcone e Di Mauro ci avevano assicurato che , dopo aver recepito il grido d’aiuto dei sindaci siciliani e dell’Anci , avrebbero rifinanziato gli aiuti ai comuni per compensare gli aumenti dei costi a seguito del trasferimento all’estero dei rifiuti”.
Avrebbero, inoltre, confermato la dotazione di 60 milioni non solo per mettere in sicurezza i bilanci delle amministrazioni locali ma allo stesso tempo scongiurare eventuali aumenti dei tributi a carico dei cittadini. “Ma queste promesse non hanno avuto seguito. Ci dispiace doverlo sottolineare a mezzo stampa, ma siamo a un passo dal default e dall’aumento generalizzato delle tasse e rimaniamo disorientati dal silenzio del Governo regionale“.
“In assenza di una pronta risposta – ha concluso il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, Paolo Amenta – metteremo in campo iniziative di protesta non escludendo una mobilitazione permanente per evitare che le criticità da noi evidenziate si risolvano, come al solito, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini“.