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L'appello

Favignana, il restauro della Chiesa di Sant’Antonio resta in standby. Maria Guccione: “Manca solo una firma”

lunedì 30 Giugno 2025

E’ una corsa contro il tempo quella per donare una nuova vita ad uno degli ultimi gioielli architettonici regalati dalla famiglia Florio a Favignana.

Edificata alla fine del 1800, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, protettore anche dei marinai, ha raccontato per decenni la storia dei Florio, della mattanza dei tonni e della popolazione dell’Isola. Il progetto, che fu affidato all’architetto e ingegnere Giuseppe Damiani Almeyda, fu concepito e realizzato secondo i dettami dell’Art Noveau, divenendo l’unica Chiesa in stile Liberty esistente. L’edificio sacro si è distinto così per la sua unicità: pitture floreali a tempera, suoi marmi, la sua campana costruita nella fonderia Oretea e i volti degli angeli ispirati da giovani favignanesi morti prematuramente. Decorazioni, stucchi e dorature sbiaditi e rovinati dall’incuria del tempo, dall’umidità e dalla salsedine e minacciati dalle infiltrazioni d’acqua.

Negli anni sono state tante le iniziative e gli appelli per tornare a far risplendere la Chiesa di Sant’Antonio. A seguire da vicino la vicenda è stata anche uno dei volti storici dell’isola di Favignana, Maria Guccione. Per la sua riqualificazione è infatti arrivato anche un contributo da parte della Regione, con l’aiuto del deputato del PD Dario Safina. Ma non solo. A contribuire alle spese sono anche il Vescovado, che ha messo a disposizione i soldi dell’8X1000, e la signora Perucchini autrice di una congrua donazione. Per il 2025 le aspettative erano alte, attendendo che il Comune mettesse i lavori in bilancio, lanciasse il bando e desse il via al restauro.

Ma qualcosa nella macchina amministrativa e burocratica si è inceppato. E a mancare sarebbe solo una firma.Il progetto è stato curato direttamente dalla sovrintendenza. Il Comune è stato nominato dalla Regione titolare di questo finanziamento. Ma nel frattempo – ha spiegato Maria Guccioneil capo ufficio tecnico di Favignana va via. Quindi tutto pronto, soldi a disposizione, tutti d’accordo, progetto pronto. Cosa manca? Una firma“.

Senza la firma del capo ufficio tecnico non si può fare nulla. Siamo attaccati ad una firma. So che il capo ufficio se n’è andato circa due mesi fa – ha aggiunto la signora Guccione ha poi – e al momento non mi risulta che la nuova amministrazione abbia fatto dei passi in questo senso“. Uno sfortunato stop che non riguarda solo la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, ma anche diversi progetti in cantiere, tra cui una serie di opere del Pnrr.Si rischia di perdere tutta una serie di interventi. La precedente amministrazione ha lasciato i progetti in buono stato, già pronte per andare a gara“.

Una soluzione che deve essere trovata il prima possibile, prima che parte dei fondi destinati al restauro vadano persi. La parte del Vescovado rischia infatti di andare in fumo poiché i soldi dell’8×1000, dopo un certo periodo, non saranno più a disposizione.

Insomma, la situazione è più precaria che mai. Tutto è appesa ad una firma. 

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