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Ferrovie “lascia il raddoppio”. Rfi propone di dimezzare i lavori sulla Palermo Catania

lunedì 28 Novembre 2016
ferrovie
Il treno dei desideri

Il raddoppio ferroviario Catania – Palermo rischia di essere l’ennesima incompiuta? Sì, almeno secondo le valutazioni dei  sindacalisti Filca Cisl. Ecco perché. “Cristo si è fermato a Eboli e il raddoppio ferroviario della Catania – Palermo si fermerà a Raddusa, nell’Ennese”.

Per i sindacalisti della Filca Cisl, quell’opera è un” bluff di Rfi, operato con il complice silenzio del governo Crocetta”. Lo ha spiegato il segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera, commentando la notizia del congelamento della gara per i lavori di una tratta del raddoppio ferroviario Catania – Palermo. “E’ ormai ufficiale – aggiunge Barbera – che l’ad di Rfi, Maurizio Gentile, ha proposto alla Regione siciliana di limitare i lavori, per la tratta Catenanuova – Enna – Fiumetorto, al riammodernamento a un solo binario. Il risultato sarà che da Catania a Catenuova si viaggerà sul doppio binario, mentre da lì in poi tutto resterà esattamente come adesso“.

Il segretario generale degli edili della Cisl siciliana sottolinea l’incongruenza di queste scelte e i danni che ne deriveranno: “L’opera – afferma Barbera – è inserita come prioritaria dal decreto legge ‘Sblocca Italia’ del 12 settembre 2014 e, come tale, avrebbe dovuto seguire un iter veloce, con i cantieri aperti entro il 2015. Ovviamente le previsioni non sono state rispettate, dato a che a oggi ancora non è’ partito alcun cantiere“.

Sul tratto successivo, quello che va da Raddusa a Cefalù, come afferma Barbera, si ignora del tutto quali siano le intenzione di Rfi e del governo regionale, dato che non si conoscono né  investimenti né date di avvio dei lavori.

I siciliani – continua Barbera – hanno già visto questo film con altri protagonisti ma un seguito tristemente noto. Una delle prove è ‘ il raddoppio ferroviario Messina – Palermo, iniziato alla metà degli anni ’80 e oggi completato solo parzialmente“. Per il dirigente sindacale “sono comprensibili le esigenze di razionalizzazione delle risorse da parte della politica nazionale e regionale, ma non è accettabile che a essere penalizzate, siano sempre le infrastrutture dell’isola, oggi in condizioni di abbandono totale“.

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