Festino di Santa Rosalia, Bonanno (DC): “Un momento di conversione civile per cittadini e Istituzioni”
Redazione
lunedì 14 Luglio 2025
Domenico Bonanno
“Palermo si prepara, ancora una volta, a vivere il miracolo del Festino. Una città antica, affaticata, ferita eppure viva, che cerca di risalire la china, attraversata da mille contraddizioni, si ferma per un attimo e si raccoglie attorno alla sua Santa. Non è solo una festa popolare. È un atto di fede, è un rito laico e religioso insieme, è memoria collettiva e speranza individuale. È il momento in cui il cuore di Palermo si espone, senza pudore, nella sua dimensione più autentica: quella della rinascita. Eppure, se guardiamo con sincerità dentro i giorni che precedono questo Festino, non possiamo ignorare una certa deriva: quella che svuota la politica della sua profondità , per ridurla a spettacolo, a teatro di scontri costruiti, a contenuto da consumo rapido. C’è chi vorrebbe che la politica fosse solo questo: una tribuna per slogan, una vetrina per personalismi, un’arena dove prevale il rumore sulla riflessione. Viviamo un tempo in cui la complessità viene spesso messa da parte, in favore della semplificazione brutale. Dove il dibattito è sostituito dallo scontro sistematico, e il confronto costruttivo è visto come segno di debolezza, anziché come esercizio alto di responsabilità collettiva”.Così dichiara Domenico Bonanno, capogruppo della Democrazia Cristiana al Comune di Palermo.
“Ma io, da consigliere comunale, da figlio di questa terra e da uomo che ha scelto di servire la città attraverso la via più alta e difficile, quella della rappresentanza, continuo a credere nella politica come strumento di redenzione civile. Confrontarsi, anche duramente, è parte integrante del nostro mestiere. Non ho mai avuto paura dei toni accesi, se accompagnati dalla lealtà delle intenzioni e dal rispetto delle istituzioni. È il confronto, persino aspro, a generare la crescita vera, non l’appiattimento o la rassegnazione. Ma per essere autentico, il conflitto politico deve essere orientato alla costruzione, non alla distruzione. Credo nelle assemblee rappresentative dei cittadini, credo quindi nel Consiglio comunale, che è la casa più vicina ai cittadini. È lì che si ascolta il respiro della città , è lì che si conoscono le sue piaghe e le sue speranze. Chi oggi tenta, più o meno velatamente, di ridurne il ruolo, di svuotarne le funzioni, di delegittimarlo come se fosse un orpello, commette un errore grave. Non si può chiedere alla politica di essere migliore, se poi si toglie ossigeno ai luoghi dove essa dovrebbe vivere. Perché la democrazia non si difende con le scorciatoie. Si difende restituendo dignità agli organi elettivi, credibilità ai rappresentanti, spazio al confronto, anche duro, ma sincero. Ridurre, comprimere, escludere: sono verbi che appartengono ad altri tempi, a stagioni che la nostra terra ha conosciuto e sofferto. Il Consiglio comunale è l’espressione del popolo, è il frutto del voto diretto, della partecipazione, della speranza. È il luogo fisico e ideale dove si vive il presente e nasce il futuro. E chi è innamorato della politica – come me – non può accettare che venga trattato come un ingombro, come un male necessario, come un registro presenze vuoto di sentimenti, di ideali, di passione e di impegno per la collettività . È lì, tra quelle mura, che ogni giorno si combatte la battaglia per Palermo, per i suoi quartieri dimenticati, per i suoi giovani senza lavoro, per la sua cultura che chiede di essere sostenuta, non solo celebrata”. aggiunge Bonanno.
“In questi mesi, Palermo ha conosciuto episodi inquietanti di violenza diffusa, che hanno ferito il tessuto civile della città . Colpire un giovane in strada, aggredire un lavoratore, seminare paura nei quartieri: non sono semplici fatti di cronaca, ma crepe profonde nel nostro vivere comune. Di fronte a tutto questo, la politica non può restare a margine. Non può limitarsi all’indignazione passeggera o all’analisi fredda. È proprio nella politica – quella vera, fatta di ascolto, di visione, di coraggio – che risiede la chiave per ricucire queste ferite. È nella forza di un’istituzione che si fa comunità , nella passione civile che si traduce in scelte concrete, che possiamo ritrovare la strada. Serve più politica, non meno. Serve quella politica che sa guardare i volti prima dei numeri, che sa ascoltare prima di parlare, che sa costruire ponti dove altri alzano muri, che non si arrende al degrado ma lo combatte con l’arma più potente che abbiamo: l’impegno collettivo per il bene comune. La politica non è spettatrice del malessere: è – deve essere – l’architrave su cui si fonda ogni rinascita”, continua Bonanno.
E sottolinea: “Il Festino è la nostra occasione per ricordarci chi siamo. È la prova vivente che la rinascita è possibile. Lo fu nel Seicento, lo è oggi. Ma nessuna rinascita sarà completa se non passerà anche da una politica più nobile, più trasparente, più appassionata, più coraggiosa. Se non passerà da un ritorno alla vera funzione del rappresentante: ascoltare, decidere, assumersi responsabilità . Santa Rosalia ci insegna che la salvezza arriva dai luoghi inattesi, dai cuori puri, da chi ha il coraggio di separarsi dalla comodità per scegliere la verità” . Anche oggi Palermo ha bisogno di figure che, pur immerse nelle difficoltà del presente, sappiano indicare una via alta. Ha bisogno di politici che sappiano ancora amare. Amare la città , le sue persone, le sue contraddizioni. E che non abbiano paura di difendere con forza il valore della politica, nonostante tutto. Ha bisogno però , anche di cittadini che sappiano amare la propria terra, di un amore costante, trasversale, che sappia andare oltre il confine di casa propria”.
“Questo Festino, allora, sia anche per noi, per chi è dentro le istituzioni e non solo, un momento di conversione civile. Un punto da cui ripartire. Palermo non ha bisogno di silenzi, ma di parole vere. Non di rassegnazione, ma di passione. Non di tecnicismi senz’anima, ma di visione. Ecco perché oggi, più che mai, io continuo a credere nella politica. Perché è lì, nella fragilità delle nostre scelte, che si può custodire la forza della rinascita. Proprio come il Festino, che ogni anno ci ricorda che nulla è perduto, finché c’è fede, finché c’è amore. Finché c’è Palermo”, conclude Bonanno.
Tema dell’edizione 400+1 del Festino sarà la bellezza. Fra le novità una fermata in piazza Bologni, nella quale verrà introdotto un momento di dialogo fra il Genio di Palermo e la Santuzza.
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