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Figuccia scrive a Giletti: “Atteggiamenti arroganti, indifendibili e scellerati di Miccichè”

giovedì 3 Ottobre 2019

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il deputato dell’Ars Vincenzo Figuccia ha inviato a Massimo Giletti, dopo le polemiche nell’ultima puntata di Non è l’arena, in onda su LA7.

«Caro Massimo Giletti,

voglio scriverti questa lettera per parlarti della Sicilia. Come tu stesso hai detto, ricordando i tuoi antenati, è una terra meravigliosa, con tantissime persone legate alle proprie origini in una maniera così viscerale da impedire un esodo di massa che talvolta persino io stesso, nel mio ruolo di sociologo e parlamemtare regionale, auspico e immagino per le persone a me care e che amo sopra ogni cosa. D’altra parte già la più grande dei miei figli si è trasferita in una regione del nord così come tanti tra i miei amici ed affetti più cari.

Giletti e Vincenzo FigucciaQuando li sento al telefono o ogni volta che tornano in città per poi ripartire, provo un magone e un soffio prolungatissimo al cuore.

Ma poi riprendo il mio cammino, le mie battaglie, i miei scontri e le mie cadute, dalle quali è a volte difficile rialzarsi. Ma lo faccio sognando di provare a cambiare un sistema di potere malato che contagia, avvelena ed uccide. Sì uccide, ogni volta in maniera anche violenta, come quando un coltello che si agita nella ferita, incontro per strada padri disperati che, con sentimenti di sconfitta ed in preda alla rassegnazione mista a disperazione, mi raccontano la storia di figli, sfruttati, costretti a lavorare in nero o ad andare via dai luoghi che amano. Figli di questa terra che mettono al mondo altre vite segnate dal sentimento della rabbia che prende il posto della speranza.

Ora, rispetto a questa ultima puntata andata in onda la scorsa settimana, sarebbe facile prendersela come spesso il genere umano è portato a fare, con fattori esogeni, dicendo che le cose vanno male perché è il contesto, perché è così da sempre. Ma devo confessarti che il sentimento di vergogna e persino il senso di colpa è talmente grande da farmi accellerare i battiti cardiaci fino a farmi scoppiare il cuore. Sono stato opposizione al governo Crocetta al quale rimprovero di aver pasticciato e confuso tante di quelle cose che il suo stesso governo difficilmente sarà ricordato per qualcosa di buono. Contro la sua azione politica ho fatto manifestazioni e digiuni.

Ma adesso quella stagione è trascorsa e animato dai migliori propositi, ho contribuito ad avviare un’era che auspico possa essere di riforme, sviluppo, rilancio occupazionale e infrastrutturale.

Ma a volte, anche quando sono in Parlamento, alzo lo sguardo verso la poltrona più importante di quell’aula e vedendo il presidente dell’Assemblea, cado nello sconforto, uno sconforto che credimi è legato alla storia, al vissuto di un popolo che negli ultimi 25 anni è stato amministrato all’ombra di un sistema, di un potere che in realtà non se n’è mai andato.

Ruoli di ministro, di parlamentare regionale, più volte di presidente di quell’Assemblea.

E d’altra parte fuori, da quel palazzo, tanta disoccupazione, strade che non funzionano, porti e aeroporti mai rilanciati.

È allora io scelgo ancora una volta di assumere posizioni in palese contrasto con un uomo con il quale mi sono scontrato più volte, uomo del quale non condivido nulla a partire dai temi degli sprechi e dei vitalizi, temi che mi hanno persino costretto alle dimissioni da assessore 2 anni fa e che mi hanno costretto ad una posizione di isolamento dalla “politica che conta” ma che mi hanno consentito in questi due anni di stare per strada tra la gente che mi restituisce ogni volta la voglia di andare avanti.

Miccichè purtroppo per lui ma soprattutto per i siciliani, sta sbagliando tutto e chi per posizioni precostituite di partito, di coalizione, fa la scelta di difenderlo, purtroppo difende l’indifendibile e soprattutto arreca un grande danno ad una Sicilia che meriterebbe di più che merita di essere una terra materna per i suoi figli e a cui aspetta di avere un ruolo centrale per lo sviluppo di un’intera area nel bacino del Mediterraneo.

micciche-giletti-la7

Atteggiamenti poi, come quello nei confronti della giornalista che non è stata ricevuta e che poi si è ritrovata nell’impossibilità di salire nella sua macchina perché le erano state state sottratte le chiavi, sono gesti che vanno condannati, sono delle cattive testimonianze di fronte a milioni di italiani che ci guardano che devono sapere che la Sicilia non è questo.

La Sicilia è una terra di eccellenze, di tanta gente che tutto ciò malgrado continua a sacrificarsi, a sperare e a costruire qualcosa nella terra che ama.

Ancora una volta mi trovo costretto ma con orgoglio, a prendere le distanze da Miccichè e dal suo mondo e continuerò a lottare perché le cose con il contributo di tanti siciliani onesti, di tante eccellenze, di tanti giovani che provano ogni giorno a farcela, a creare le condizioni perché questo modo di pensare, questo atteggiamento culturale, possa cambiare ed essere modificato per sempre.

Faccio parte di una maggioranza alla quale si ascrive anche lo stesso Miccichè ma spero potrà essere data voce ad una parte che ritengo essere sana che con quel modo di essere non vuole avere nulla a che fare e che a lotta ogni santo giorno per cambiare le cose in posizione distinta e distante da atteggiamenti arroganti, indifendibili e scellerati».

 

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Vincenzo Figuccia

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