E’ polemica sul Luglio musicale trapanese dopo le parole del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e dell’assessore Rosaria D’Alì riguardo al finanziamento mancato della manifestazione. Durissima la presa di posizione del deputato regionale Eleonora Lo Curto.
“Leggo parole calunniose ed inquietanti nel comunicato stampa diramato dal sindaco Tranchida e dall’assessora Rosalia D’Alì a proposito del mancato finanziamento dell’Ente Luglio da parte della Regione. Entro subito nel merito, non per difendermi ma, per attestare la correttezza del mio operato e per denunciare la colpevole omissione di attenzione da parte dei succitati nei confronti del prestigioso Teatro lirico di Trapani. È bene rappresentare che l’Ente Luglio musicale trapanese è un teatro di proprietà del Comune dalla cui gestione la Regione Siciliana è totalmente estranea. Sino al 2018 non ha mai ricevuto finanziamenti regionali”, afferma Lo Curto.
“Il mio interesse per il Teatro di Trapani sorge a seguito di un post assai polemico ed accusatorio nei confronti della deputazione del territorio, pubblicato su facebook da Giovanni De Santis allora Consigliere Delegato dell’Ente Luglio. Sentendomi chiamata in causa chiedevo a De Santis chiarimenti. Mi spiegava che le accuse erano rivolte ai deputati che nel passato avevano promesso interventi a favore del Luglio senza aver portato mai un centesimo di contributi regionali nelle casse del Teatro. Da quel momento è iniziata una seria condivisione di percorsi sul piano legislativo e amministrativo che hanno portato alla scrittura di un mio emendamento alla finanziaria del 2018 (la mia prima legge di stabilità dalle elezioni) con cui è stato appostato e successivamente erogato un contributo di 200 mila euro”, dice la deputata regionale.
“Da quel momento senza promesse e senza propaganda si sé sviluppata una sinergia istituzionale fortissima grazie all’azione costante e continua con cui Giovanni De Santis seguiva le vicende del luglio presso gli uffici regionali e lo stesso parlamento. Con il compianto assessore Sebastiano Tusa abbiamo presentato in Sala Mattarella in ARS il Progetto di cooperazione transfrontaliera “Medithéatres-Grande musique dans le anciens Théatres Méditerranéens” con il quale l’Ente Luglio si propone di realizzare importanti opere liriche negli antichi Teatri di pietra delle Regioni del Mediterraneo. A Tunisi e Cartagine sono stati approntati gli spettacoli che danno alla città di Trapani, grazie al suo Teatro lirico, un respiro culturale di assoluto prestigio internazionale e portano nelle casse del Luglio ben 750 mila euro di finanziamenti europei ottenuti dal Dipartimento Regionale della Programmazione, che mi auguro non vadano perduti per l’inerzia della dirigenza attuale dell’Ente e per l’indifferenza della stessa amministrazione Tranchida”, prosegue ancora Lo Curto.
“Sempre con il compianto Sebastiano Tusa su mio impulso è stata realizzata all’interno del Parco Archeologico di Marsala, la Rassegna “La grande Musica al tramonto”, con concerti di straordinaria importanza ed artisti di fama internazionale che hanno ottenuto un grande successo di pubblico, che confermano come e quanto il destino dell’Ente Luglio fosse ormai proiettato oltre gli angusti confini della sua città. Mi sono battuta insieme a De Santis per fare dell’Ente Luglio Musicale Trapanese quel grande Teatro che questo territorio merita al pari di Palermo, Catania, Siracusa, Taormina, Messina, auspicando di implementare l’offerta culturale e turistica del nostro territorio lasciando a Trapani il primato della Lirica e a Segesta le commedie classiche in una logica di sistema territoriale integrato in cui c’era anche Marsala”, sono le parole dell’onorevole.
“Con questa visione e con questa prospettiva mi sono impegnata con entusiasmo in parlamento a sostegno dell’Ente Luglio, spiegando che si trattava di un Teatro di tradizione e che i cittadini della provincia di Trapani al pari di altri debbono poter contare sul sostegno economico della Regione per nutrirsi di cultura e per investire in turismo culturale”, dice Lo Curto.
“Non è stato facile vincere le resistenze dei grillini pronti ad azzannarmi se si fosse trattato di un finanziamento erogato per meri fini clientelari. Oggi la volgare e congiunta accusa del sindaco e della sua assessora mi costringono a reagire sotto il profilo politico e a farne valutare l’eventuale rilevanza sotto il profilo penale. Ritornando ai contributi regionali erogati a favore dell’Ente Luglio, grazie ai 200 mila euro appostati nella finanziaria del 2018, nella successiva Legge di stabilità all’art.6 è scritto: “è autorizzata, per gli esercizi finanziari 2020 e 2021, l’erogazione di un contributo annuo pari al 75 per cento dello stanziamento del 2018. “Ho citato l’articolo della Legge di Stabilità regionale 2020/2022 che insieme al Bilancio di previsione è stata pubblicata in gazzetta il 14 maggio 2020, non solo perché ho contribuito a scriverlo, ma per evidenziare e smascherare quanti, dalla dirigenza dell’Ente luglio, al sindaco e alla sua assessora, da esperti in materia di bilancio non possono ignorare che si tratti di una mera previsione che può non realizzarsi e che non genera alcun diritto. Per altro come verificabile in Gazzetta ufficiale il contributo per l’Ente Luglio non è stato messo nell’allegato A proprio perché non è una spesa “strutturale” del bilancio e va detto, come bene dovrebbe sapere Tranchida, che il governo regionale ha dovuto operare dei tagli a tutti i capitoli di bilancio per rientrare nell’accordo Stato-Regione che hanno interessato in modo quasi lineare le spese non essenziali. Ecco spiegato dal punto di vista strettamente amministrativo quanto accaduto, a maggior ragione, per quegli Enti che non sono regionali. De Santis conosceva molto bene le norme finanziarie e di bilancio e per questo monitorava costantemente gli uffici dei dipartimenti regionali al turismo e al bilancio e si faceva portavoce dell’Ente Luglio da eccellente portatore di interessi del territorio. Dal 2018 era lui che si interessava direttamente con il dipartimento turismo a far sì che la previsione venisse confermata. Poi chiaramente chiamava anche me per ricordarmi di seguire l’iter del finanziamento nelle Commissioni parlamentari e in Ars”, afferma ancora.
“Tutto questo lavoro, trasparente e onesto semplicemente non è stato fatto da chi avrebbe dovuto farlo al posto di De Santis. Chi accusa me dovrebbe al contrario chiedere scusa alla Città e agli operatori del Teatro. Chi è stato posto alla guida dell’Ente Luglio è stato colpevolmente disinteressato alle sorti del Luglio. Non c’è più stato nessun interlocutore che curasse il rapporto con gli uffici regionali, e se ignora la distinzione e la distanza che intercorrono tra un diritto e un legittimo interesse è a dir poco inverosimile. E peggio ha fatto la politica che non si comprende in virtù di quale presunzione di acquisito diritto non ha sentito il dovere di fare qualche verifica anche attraverso la deputazione del territorio. Se Tranchida non sente il dovere di parlare con me di diversa parte politica è un suo problema, se però Tranchida non parla con nessuno allora è un danno per la comunità che amministra. E per quel che ne so non mi risulta che si sia mai interessato dell’Ente luglio neppure attraverso l’on. Gucciardi che è del suo stesso partito. Perché? Per altro mi rifiuto di pensare a Tranchida come ad uno sprovveduto che non conosce le leggi che regolano la materia finanziaria e la differenza tra una norma di previsione di una spesa e una norma di appostamento in bilancio della spesa. Non vorrei certo sbagliarmi ma, da che conosco Tranchida, mi pare che abbia sempre e solo fatto politica al pari e più di quanti non abbiano fatto carriera in qualche azienda privata o pubblica che sia. Il legittimo interesse ad ottenere il “possibile” finanziamento andava come ogni anno ribadito e fatto valere così come faceva correttamente De Santis che non si arrendeva mai. Nel caso del primo finanziamento quello del “2018”, sebbene certo, ha “compulsato” gli uffici sino a quando non è avvenuto il regolare trasferimento delle somme dalla Regione. Ecco perché quando Tranchida e D’Alì parlano di “criminoso atto di sabotaggio, di becera ritorsione politica, …dichiarazioni poco onorevoli della Lo Curto…” di “ombre sulla modalità di gestione dei contributi da parte della Regione, più prossima ad una “putia”, arrivando anche ad ipotizzare che io abbia agito “favorendo una linea non istituzionale, ma dettata da rapporti ed ammiccamenti politici personali?!?””, è la dura presa di posizione di Lo Curto.
“Sono certa che usano parole in ragione dei comportamenti che adottano e a cui sono adusi. In caso contrario di inquietante ci sarebbe la loro profonda ignoranza delle regole e delle norme con cui si definiscono i bilanci nella pubblica amministrazione. E questo è impossibile! Ricordo a Tranchida che chi governa ha il dovere di rappresentare sempre gli interessi della comunità che amministra e per questo ha il dovere di costruire rapporti istituzionali rispettosi dei ruoli propri e altrui che devono prescindere dai colori politici. Nella fattispecie Tranchida sembra essere l’uomo solo al comando di un’obbediente e silenziosa armata di inefficaci soldati ammaestrati ad obbedire, incapace di dialogare con gli stessi deputati del suo partito e interessato ad offendere, denigrare e calunniare chiunque sia altro da lui. In perfetto stile stalinista opera epurazioni e processa in modo sommario i suoi oppositori. Anche in questo caso Tranchida ha perduto una buona occasione per tacere, abituato a dispensare giudizi, eliminare gli oppositori e narcotizzare con le sue offese la coscienza dei cittadini manipolando fatti e distorcendo la verità. E a proposito di narcosi delle coscienze mi preme svegliare quanti potrebbero non cogliere la terrificante sottocultura che sottende alle sue parole quando punta l’indice accusatore senza avere il coraggio di fare nome e cognome di chi funge, a suo dire, da occulto regista e manovratore dell’operazione contro il Luglio Musicale. È inquietante che un sindaco che vorrebbe essere interprete della cultura della legalità si esprima con parole e frasi omertose proprie di un certo modo di pensare e di essere che dovrebbero essere estranei a uomini e donne delle istituzioni. Quando il duo D’Alì/Tranchida parla di “protagonisti non ufficiali, subdoli registi dietro le quinte e commedianti di tale squallida teatralità” si esprime come coloro che hanno paura di fare nomi e cognomi, di denunciare gli artefici di un delitto o testimoniare contro chi è colpevole di un reato. Ma la cosa gravissima è che non si rendono neppure conto di quale modello culturale esprimono mentre, piuttosto che recitare un cristiano “mea culpa”, gettano ombre inquietanti su chi ha sempre operato in modo trasparente e cristallino. Sono sempre a disposizione di chi è portavoce di interessi generali. Sindaci e amministratori del territorio mi chiamano, mi cercano ed io rispondo sempre e mi adopero per risolvere questioni per le quali posso esercitare il ruolo istituzionale che mi è stato conferito dai cittadini. Non ho mai chiesto niente a nessuno in cambio. Con la mia serena obiettività ho risposto alle domande del direttore di un’emittente locale senza infingimenti, come sempre chiara e diretta”, afferma ancora.
Poi la stilettata: “Si vergogni sindaco Tranchida e si vergogni anche lei assessora D’Alì triste controfigura della farsesca sceneggiata che tentate di portare in scena a vostro unico beneficio. Io non temo le vostre maldicenze e il livore che traspare dalle vostre parole è l’indegna rappresentazione del vostro modo di fare politica arrogante e volgare, calunnioso e adombrante. Un modo di fare politica assai diverso, distinto e distante dal mio mondo, dall’universo etico dei miei valori, dai princìpi morali con i quali ho sempre vissuto da donna delle Istituzioni e al servizio dei cittadini a cui sono legata dal giuramento di fedeltà alla Costituzione. Becero è il vostro tentativo di addossare ad altri responsabilità unicamente vostre. Squallido il tentativo di far credere che per mera ritorsione politica mi sarei adoperata a fare cancellare il finanziamento per il Luglio. Una simile delirante affermazione lascia ad intendere che avrei subìto chissà quale torto. Spieghi Tranchida ai cittadini cosa vuol fare intendere con tali incomprensibili affermazioni. Tra me e lei, sindaco, i rapporti sono stati sempre molto formali ma mai ostili. Non sono certo il tipo da lasciar correre ma l’idea di vendicarmi mi è radicalmente estranea. Sono una persona che sa farsi valere e rispettare perché uso la parola per spiegare le mie idee e posizioni, come in questo caso. Mai e poi mai se anche avessi subito un torto da lei, Tranchida, mi sarei sognata di farla pagare a qualcuno diverso da lei. Averlo pensato e dichiarato fa di lei una persona dalla quale la distanza umana ed etica è siderale. Le auguro buona fortuna sindaco, buona salute e buon lavoro. Meno Parole e più realizzazioni”, dice la deputata regionale.
Infine conclude Lo Curto: “Le auguro di usare le parole con chirurgica precisione, dopo averle scannerizzate per sterilizzarne il contenuto ed evitare quelle pericolose contaminazioni culturali che le possono rendere disdicevolmente inequivocabili e assai poco confacenti ad un rappresentante delle Istituzioni. Auguro ai Trapanesi una storia diversa, un futuro nel quale chi non è amico di chi governa non debba necessariamente essere vissuto e percepito come un nemico. Auguro ai trapanesi il destino che merita una città importante come Trapani, fuori dalle lotte tra bande cui è stato ridotto il dibattito politico e la dialettica tra maggioranza e opposizione. Auguro ai trapanesi di potersi liberare dalla cappa pesante degli atteggiamenti minacciosi e intimidatori che hanno sostituito il rispetto e l’attenzione alle diversità di posizioni. Auguro ai trapanesi di riscoprirsi forti della loro cultura e di una cultura politica fatta di amicizia, dialogo, confronto aperto, democratico e risolutivo dei problemi. Auguro ai trapanesi di farsi avanti e di riscoprire l’orgoglio di sentirsi grandi al di là dei confini territoriali. Auguro ai trapanesi un futuro di libertà ricco di impegno civile e di entusiastica riappropriazione della propria cultura che nulla ha mai avuto in comune con il modello stalinista del pensiero unico e convergente. Io ci sarò”.