Una scommessa vinta. Per Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars che ha salutato i giornalisti, stamani, nella conferenza conclusiva non ci sono molti dubbi: “di solito il bello non fa notizia, abbiamo portato avanti un circolo virtuoso ed eravamo pronti alla liquidazione e invece siamo ripartiti”.
Ardizzone ha colto l’occasione per marcare le differenze con il passato, ma anche per lanciare un avviso ai naviganti vincolante per chi verrà, non derogando ai criteri di maggiore efficienza sviluppati in questi anni: “Ringrazio il direttore Forgione che ha dimostrato una considerevole statura morale e correttezza”.
Il presidente uscente dell’Ars ha anche salutato i dipendenti, ringraziando il personale. “Nel mio ruolo di presidente dell’Ars sono stato il primo a porre il tema degli impresentabili. I partiti sono stati deboli. Ho stimato e continuo a stimare Musumeci, spero che possa fare da freno sugli impresentabili nel Palazzo. Non siamo riusciti ad abolire il voto segreto e ad approvare il codice etico”.
Francesco Forgione ha invece commentato: “Lasciamo un’istituzione pubblica che è merce rara. Negli ultimi 4 anni abbiamo vissuto senza contributi pubblici. Prima eravamo cercati dai debitori, oggi da chi vuole fare cultura”.
La Fondazione Federico II presentava cinque anni fa un’esposizione bancaria per 720mila euro con le banche e 180 mila con i fornitori e oggi ha un attivo di 500 mila euro: “Avevamo ereditato un debito di 900mila euro”, ha concluso Ardizzone. Dal sospetto al rispetto, come ha sottolineato lo stesso presidente dell’Ars, un atteggiamento che nei confronti dell’opinione pubblica è cambiata: Abbiamo fatto uscire la Fondazione dal fango”