Gli operai del comparto forestale sono pronti ad una nuova azione di sciopero. Lo storico bacino di precariato regionale incrocerà nuovamente le braccia nella giornata di mercoledì 26 marzo. A deciderlo è stata la riunione degli Esecutivi unitari convocata oggi ad Enna dalle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Una scelta dettata dalle mancate risposte, da parte della Regione, sulla riforma che dovrebbe interessare il settore e che dovrebbe colmare quel vuoto nel monte ore necessario per stabilizzare i lavoratori.
“Le chiacchere stanno a zero, come la pioggia di milioni destinati alla Forestale e le trionfali promesse di politiche credibili per la tutela del territorio – dichiarano in una nota i rappresentanti sindacali Tonino Russo, Adolfo Scotti e Nino Marino -. La riforma che non c’è rimane impantanata in attesa di esame da parte del Governo regionale, mentre il presidente si sottrae a ogni confronto dopo averlo annunciato. Ecco perché abbiamo deciso di proclamare lo sciopero generale per il 26 marzo”.
Forestali, sarà la seconda mobilitazione del 2025
La protesta rappresenta un seguito della manifestazione tenuta da circa 1000 persone sotto gli uffici della presidenza della Regione, a Palermo. Il 22 gennaio, una rappresentanza dei lavoratori incontrò gli assessori al Bilancio Alessandro Dagnino e all’Agricoltura Salvatore Barbagallo. Gli esponenti del Governo Schifani, così come fatto dal presidente della Regione nei giorni successivi, chiarirono che prima di portare avanti ogni percorso di riforma servivano le necessarie coperture finanziarie. Fatto ribadito anche al vertice tenuto all’assessorato Territorio ed Ambiente lo scorso 3 febbraio. In quell’occasione, i rappresentanti sindacali hanno deciso di convocare la segreteria generale nella giornata odierna. E la stessa ha deciso di continuare la mobilitazione.
“Dopo il nostro sit-in a piazza Indipendenza, dinanzi alla sede della Presidenza della Regione, abbiamo responsabilmente accolto a inizio mese l’invito a un nuovo incontro al quale il presidente Renato Schifani non era presente. Ha preferito fossero gli assessori all’Agricoltura, all’Ambiente e al Bilancio a comunicare che non ci sono soldi per la riforma forestale. La Regione Sicilia, com’è del tutto evidente, ha risorse per molte cose, per molte spese anche discutibili e discusse. Ma non ha fondi da investire nella riorganizzazione di un comparto fondamentale per affrontare roghi, deforestazione e dissesti idrogeologici della nostra Isola in modo efficace, professionale e permanente”.
“Nei palazzi della politica – aggiungono Cgil, Cisl e Uil -, a ogni disastro ambientale preferiscono versare ancora lacrime di coccodrillo, piuttosto che affrontare e risolvere una delle croniche emergenze di questa terra. Abbiamo offerto sempre il nostro contributo di idee per arrivare a un testo credibile di riforma forestale da noi ampiamente discusso e condiviso con le lavoratrici e i lavoratori. Dopo uno stucchevole valzer di rinvii e proclami, sembra ormai certo che quel disegno di legge era e resterà in un cassetto“.