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Unico partito a non aver scelto

Forza Italia senza capogruppo da sei mesi, il caso alla Città Metropolitana di Palermo

mercoledì 22 Ottobre 2025
Città Metropolitana di Palermo, Statuto

Forza Italia alla Città Metropolitana di Palermo: una creatura ancora senza testa. Nell’inerzia generale che ha regnato fino ad oggi dalle parti di Palazzo Comitini, la compagine azzurra si conferma anomalia fra le anomalie. A sei mesi di distanza dall’insediamento del Consiglio Metropolitano infatti, il gruppo dirigente di FI non ha ancora scelto il proprio capogruppo. L’unico partito a non aver sciolto le riserve in tutto il panorama politico di Sala Martorana.

Tutti gli altri hanno ufficializzato i propri rappresentanti il 18 luglio. Fatto che ha generato malumori all’interno del partito, alcuni dei quali manifestati pure in aula. Ma le riserve non sono state sciolte. Nè dal coordinatore provinciale Pietro Alongi. Nè da quello regionale, ovvero Marcello Caruso. La decisione, prima o poi, dovrà comunque essere presa. Anche in vista del prossimo Congresso Regionale di Forza Italia previsto in primavera.

Tutti hanno scelto. Tranne Forza Italia

Come sopra ricordato, il Consiglio Metropolitano di Palermo si è insediato il 6 maggio, dopo una vacatio di oltre dieci anni. Da allora in avanti, l’organo consiliare ha vissuto una certa inerzia. Poche sedute. Poche delibere approvate, quasi sempre legate a debiti fuori bilancio. Ad oggi, manca l’approvazione dello Statuto. Atto chiave per il funzionamento della macchina amministrativa dell’ex Provincia e necessario a determinare il numero di consiglieri delegati. Una sorta di assessori in salsa provinciale. Secondo la bozza di Statuto svelata qualche mese fa dalla redazione de ilSicilia.it, a Palermo dovrebbero essercene nove. Ma l’ufficialità si avrà solo al varo dell’atto. Dopodichè si dovrebbe passare all’analisi dell’avanzo vincolato. La prima vera sfida per la maggioranza provinciale di Roberto Lagalla.

Argomenti di cui si discuterà in conferenza dei capigruppo. Riunioni alle quali ogni partito manda il proprio rappresentante designato. Volti annunciati lo scorso 18 luglio in aula. Partendo dalle opposizioni, il PD ha optato per nominare il sindaco di Carini Giovì Monteleone. L’Alternativa, soggetto politico che racchiude in sè M5S, AVS e Controcorrente, ha scelto l’ex capogruppo pentastellato al Comune di Palermo Antonino Randazzo. Passando alla maggioranza, la Democrazia Cristiana ha sciolto le riserve, ufficializzando il profilo del primo cittadino di Lercara Friddi Luciano Marino. Dario Chinnici e Giovanni Di Giacinto rappresenteranno singolarmente Lavoriamo Per Palermo-Grande Sicilia e Lega. Mentre Fratelli d’Italia ha selezionato il nome del sindaco di Ficarazzi Paolo Martorana.

La geografia degli azzurri alla Città Metropolitana di Palermo

Grande assente all’appello è il gruppo di Forza Italia. Già nella sopracitata seduta del 18 luglio, si registrò un certo imbarazzo sulla questione fra gli azzurri. Si pensava che le riserve potessero essere sciolte comunque in breve tempo. Da allora però sono passati mesi e una decisione non è stata presa. Al momento, le convocazioni della capigruppo vengono spedite al coordinatore provinciale azzurro Pietro Alongi. Quest’ultimo, solitamente, manda due consiglieri metropolitani a fare le veci del partito, ovvero il leader delle preferenze Vito Rizzo e il presidente della VII Commissione al Comune di Palermo Pasquale Terrani. Un’incertezza che non piace persino ai volti noti del partito. Come il consigliere provinciale Gianluca Inzerillo, il quale più di una volta ha posto il problema all’interno dell’aula consiliare. Ma anche in questo caso, le acque non si sono mosse.

Quello della compagine azzurra si sta pian piano trasformando in un mistero. Forza Italia è il partito più numeroso all’ex Provincia. Può contare su ben cinque elementi, due in più di Fratelli d’Italia, PD e Democrazia Cristiana. Fanno parte del gruppo azzurro Pasquale Terrani e Catia Meli, consiglieri comunali di Palermo in quota del deputato regionale Edy Tamajo; Vito Rizzo, sindaco di Balestrate e vicino al deputato regionale Marco Intravaia; Gianluca Inzerillo, consigliere nazionale di Forza Italia e legato a doppio filo al vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Ed infine Claudio Armetta, uomo di partito ed espressione di varie anime del gruppo forzista.

Un panorama frastagliato dal quale dovrà arrivare prima o poi una risposta. Ad oggi, fonti azzurre rivelano che una vera riunione per dirimere la matassa non c’è ancora stata. Tutti aspettano che i vertici del partito parlino della questione, visti anche i prossimi appuntamenti d’aula. Sullo sfondo c’è il congresso regionale di Forza Italia calendarizzato per la primavera del 2026. Un momento di confronto al quale, gli alfieri azzurri a Palermo, non possono permettersi di arrivare divisi.

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