Le primarie del centrodestra rischiano di inasprire ulteriormente i toni dello schieramento siciliano. Per le votazioni c’è già la data del 23 aprile ma nonostante i big dei partiti stiano cercando di mantenere salda la decisione, mancherebbe l’ok di Silvio Berlusconi. Il punto e nevralgico. Le primarie sono una questione nazionale e in Sicilia sono in molti a chiedere la votazione diretta per scegliere il candidato alle prossime regionali. Le chiede il leader di “Diventerà Bellissima” Nello Musumeci ma anche l’ex ministro Saverio Romano. Idee di primarie anche per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, rispettivamente leader della Lega e di Fatelli d’Italia. Tra i papabili ci sono i nomi di Salvo Pogliese (Forza Italia) e Angelo Attaguile (Noi con Salvini) ma anche lo stesso Musumeci.
L’unico ostacolo sembra proprio il niet di Berlusconi che da tempo “sponsorizza” la candidatura di una donna alla presidenza della Regione siciliana. La discussione è arrivata ai tavoli delle trattative regionali e il l’identikit si riferirebbe a Stefania Prestigiacomo, già presidente dei giovani industriali di Sicilia e già Ministro. Agli occhi del cavaliere rappresenterebbe la sintesi perfetta tra continuità di una tradizione politica e la novità, nel proporre una donna alla guida di una delle regioni più “delicate” d’Italia ma la scelta sembra non aver raccolto il sostegno del centrodestra isolano.
La manovra caratterizzerà il presente e il futuro prossimo del berlusconismo in Sicilia atteso che anche alle amministrative la parola dell’ex cavaliere sta entrando a gamba tesa nei dibattiti politici. A Trapani ad esempio il nome del senatore Tonino D’Alì ha letteralmente sparigliato le carte mentre a Palermo i forzisti dovrebbero sostenere Fabrizio Ferrandelli. Ma il condizionale resta d’obbligo.