E’ critica l‘analisi di merito della Cgil Sicilia in vista della firma dell’accordo tra governo nazionale e regionale sulla programmazione delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) destinate all’Isola. “Dal piano che la giunta regionale ha esitato e che firmerà lunedì la presidente del Consiglio Meloni, non si evince alcuna strategia concreta di superamento del gap tra la Sicilia e il resto del Paese – dichiarano Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia e Francesco Lucchesi componente della segreteria regionale con delega ai Fondi strutturali – Queste risorse, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, avrebbero dovuto essere invece lo strumento finanziario principale tramite cui attuare politiche mirate per lo sviluppo della coesione sociale economica e territoriale e per rimuovere gli squilibri esistenti“.
Nonostante i sindacati abbiano più volte chiesto un confronto sull’utilizzo dei 6,8 miliardi di euro, al netto dei 1,3 miliardi “scippati” per il Ponte di Salvini, l’incontro è sempre stato negato sia alle parti sociali che a tutto il partenariato economico e sociale. “Prendiamo atto invece che sono stati anche previsti numerosi interventi frammentati in tanti piccoli rivoli, utili solo a dare agio a qualche deputato regionale e nazionale – aggiungono Mannino e Lucchesi – E mancano invece del tutto investimenti infrastrutturali strategici per l’innovazione e la digitalizzazione, che dovevano piuttosto servire per rafforzare il nostro apparato produttivo e sociale. Se ne evince come si voglia abbandonare la Sicilia al suo destino, sprecando ancora una volta enormi risorse pubbliche“. Dal decreto regionale, secondo i dirigenti della Cgil Sicilia emerge una parcellizzazione delle risorse e una riproduzione di vecchi progetti non portati a termine in passato, in quanto ormai fuori dai tempi previsti dalla vecchia programmazione.
“Non è prevista nessuna risorsa sulla medicina territoriale, per esempio, e le risorse sul campo infrastrutturale sono insufficienti – denunciano ancora Mannino e Lucchesi – Si mettono solo 251 milioni per la rete autostradale Palermo-Messina-Catania, gestita dal Cas, quando lo stesso consorzio afferma che per mettere in sicurezza l’infrastruttura stradale servono almeno 3 miliardi di euro. In più si prevede la costituzione di un comitato di indirizzo e vigilanza per la trasparenza, in cui non sono coinvolte le parti sociali, alla faccia della trasparenza“.