Per il futuro del Mezzogiorno si deve puntare sulla digitalizzazione dell’economia, e della società, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sul ruolo dell’industria hi-tech e dell’innovazione tecnologica, sugli investimenti nella ricerca, sull’energia green, sulla biodiversità in agricoltura (familiare e giovanile) e sulla valorizzazione del Mar Mediterraneo.
Lo ha detto questa mattina Antonio Corbino, direttore dell’Osservatorio Regionale Banche Imprese di Economia e Finanza, società consortile di Bari, intervenendo al momento di riflessione su “Istituti, studiosi e centri di ricerca per il futuro del Mezzogiorno”, organizzato dall’Università degli studi di Palermo nell’ambito della XII edizione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno.
“Si sta distruggendo l’industria nel Mezzogiorno – ha sottolineato Corbino – e senza l’industria manifatturiera non c’è futuro al Sud. Siamo davanti a una sorta di condanna definitiva. La nostra idea è che i fondi strutturali relativi al 2020-2024 vadano concentrati in un’unica strategia e regia nazionale dello Stato, va sottratta la progettazione alle Regioni, che devono avere compiti di gestione, avanzamento e controllo, in modo da orientare una pianificazione strategica. Tutto – ha proseguito Corbino – va concentrato su assi strategici come infrastrutture che siano funzionali alla logistica, innovazione tecnologica e intelligenza artificiale. Dobbiamo agganciare il futuro e non inseguire il passato e cercare di essere come Sud all’avanguardia su dove sta andando il futuro del mondo”.
Nel corso del suo intervento, Corbino ha illustrato una anticipazione di uno studio relativo al tasso di crescita del mezzogiorno comparato con centro, Nord-Est, Nord- Ovest del Paese e con l’Italia, ma anche con l’Unione Europea e l’Eurozona. Secondo le previsioni di Obi nel periodo 2020-2024 il Mezzogiorno avrà un tasso di crescita annuale medio dello 0,58 contro lo 0,81 dell’Italia e l’1,6 dell’Unione Europea. Tra il 2009 e il 2019 si è registrato un tasso del -0,78. Nel Mezzogiorno il tasso di crescita annuale nel 2018 è stato dello 0,73, mentre nel 2019 dello 0,08, va registrato un rimbalzo quest’anno nelle costruzioni con un tasso del 4,12, male agricoltura, industria e servizi. Le previsioni del tassi di crescita annuale medio nel periodo compreso tra il 2020-2024 nel Mezzogiorno vedono la Sicilia tra lo 0 e l’1%, nel resto del Sud dovrebbe superare l’1% soltanto una parte della Puglia e della Campania. Scenari che non lasciano trasparire notizie positive anche sul fronte dell’industria. Ma per agricoltura, costruzioni e servizi non si andrà oltre l’1% .
“Il territorio di Taranto nel 2017 offriva proiezioni di crescita attorno al 2,5% – ha affermato Corbino – Si pensava che Taranto potesse essere motore di crescita della Puglia e del Mezzogiorno e invece stiamo assistendo al declino. Quale soluzione? – si è chiesto Corbino – Dovremmo avere il coraggio e la forza di rimettere in piedi l’Iri, dismetterlo è stato un errore storico, guardiamo la Francia cosa ha fatto”.
Nel corso della giornata sono intervenuti anche Fabio Mazzola, prorettore vicario dell’Università degli Studi di Palermo, Pietro Busetta, presidente Isesst e Comitato Scientifico “Le Giornate dell’Economia del Mezzogiorno”, Giuseppe Ciaccio, ufficio studi Banca d’Italia, Francesco Saverio Coppola, segretario generale Premio Internazionale Guido Dorso, Giovanni De Falco, Ires Campania, Giuseppe Nobile, responsabile Servizio Statistica Regione Siciliana.