Dopo la chiusura del reparto di chirurgia dell’Ospedale di Canicattì arriva la dichiarazione di Giusy Savarino, presidente della IV commissione all’Ars. “Con una nota pilatesca il direttore Silvio Lo Bosco ha di fatto chiuso il reparto di chirurgia a Canicatti per carenza di personale, carenza di personale conosciuta, che io stessa avevo attenzionato mesi fa: il presidio è rimasto pure senza direttore sanitario” – si legge nella nota della Savarino.
“Il dirigente non può far finta di non conoscere problematiche già da più parti segnalate, e che dovevano essere risolte senza indugio e di certo senza aspettare le ferie dell’ultimo medico disponibile – aggiunge – Questa è chiara inefficienza della dirigenza sanitaria agrigentina. Se poi qualcuno pensa di continuare, come in passato, con la tacita volontà di disimpegnare il presidio ‘Barone Lombardo’ a favore del ‘San Giovanni di Dio’, sappia che il nuovo corso della politica attento ai bisogni del territorio non lo permetterà”.
Concorde anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “Quanto accade a Canicattì supera il limite del buon senso e mi irrita ancor prima come cittadino che nella qualità di assessore alla Salute. L’Asp di Agrigento, a cui come è noto spettano i profili organizzativi, provveda a sanare celermente questo gap di assistenza nei confronti della cittadinanza“.
Sulla chiusura del reparto di chirurgia dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, insorge il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche: “Bisogna subito rimetterlo in funzione anche tramite l’utilizzo della mobilità d’urgenza o del comando”.
Il reparto sarà temporaneamente sospeso per 10 giorni a causa dell’assenza di una figura apicale. In realtà, spiega il Nursind, “nel nosocomio il primario manca da agosto e adesso è andato in malattia un altro medico, l’unico che eseguiva interventi”. Dunque una situazione precaria che va risolta al più presto.
Salvatore Terrana, segretario territoriale, spiega che il sindacato è “seriamente preoccupato per la criticità venutasi a creare con la sospensione dei ricoveri e il blocco degli interventi di elezione. Tale chiusura – prosegue il Nursind di Agrigento – anche se temporanea nelle sue intenzioni, andrà a creare notevoli disagi alla popolazione che ha come punto di riferimento il presidio di Canicattì e anche il pronto soccorso sarà costretto a trasferire i pazienti verso altre strutture intasando il servizio di emergenza e urgenza con l’utilizzo delle autoambulanze e del personale per i trasferimenti”. Il Nursind chiede quindi di “superare l’emergenza attraverso qualsiasi altra strategia utile per garantire l’assistenza chirurgica a un bacino di utenza come quello di Canicatti”.