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Andava in giro con la sua auto a Ravanusa (Agrigento) e col megafono diceva che la pandemia non esiste e che la gente doveva uscire e ricominciare a vivere.
Per questo Dario Musso, 33 anni, il 2 maggio scorso è stato fermato dai carabinieri e vigili urbani e alla presenza dei medici, il cui intervento era stato chiesto dalle forze dell’ordine, è stato gettato a terra, bloccato mettendogli le gambe sulla schiena, sedato e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio che poi è stato convalidato dal sindaco Carmelo D’Angelo. Sul prestampato della proposta di TSO i medici hanno scritto che l’uomo presentava “scompenso psichico e agitazione psicomotoria”.
Dopo che la notizia coi relativi video delle fasi del fermo di Musso e di quando è stato immobilizzato, e poi l’audio della sua telefonata dall’ospedale di Canicattì ai familiari, in cui diceva di essere legato, sono rimbalzati su Youtube e sui social il Garante nazionale delle persone private della libertà, ha chiesto una relazione d’informazione al sindaco e alle autorità sanitarie, relativamente alle modalità di attuazione e al successivo sviluppo di tale trattamento.
“Le immagini – dice una nota del garante – delineano una situazione quantomeno irrituale, essendo stata la persona atterrata prona sull’asfalto dagli agenti intervenuti, poi ammanettata e sedata in loco con una iniezione farmacologica”.
Il fratello di Dario l’avvocato Lillo Musso chiede se “si può disporre un tso per un’opinione politica” e su Facebook racconta che il fratello sta male e dopo essere tornato a casa per fare le analisi ha urinato sangue e il padre ha difficoltà a ottenere la cartella clinica.
Il Garante nazionale ha chiesto informazioni sulle persone che hanno operato (il Corpo di appartenenza degli agenti e l’Azienda sanitaria da cui gli operatori sanitari dipendono) e di conoscere gli elementi che hanno indotto all’avvio della procedura; gli estremi della convalida del provvedimento di Tso da parte del Giudice tutelare; i tempi intercorsi tra la disposizione del Tso stesso e la sua convalida; la durata del trattamento.
Ascoltato l’audio della telefonata tra Musso e i propri congiunti il Garante ha richiesto un chiarimento all’autorità sanitaria sull’impiego della contenzione meccanica, le terapie in essere e le condizioni attuali della persona.
La Procura di Agrigento, a seguito di questi fatti, ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per il presunto Tso arbitrario al quale sarebbe stato sottoposto Dario Musso, di Ravanusa (Ag). Secondo quanto si apprende, la Procura – guidata da Luigi Patronaggio – ha disposto l’acquisizione di documenti da parte dei carabinieri.
I pm agrigentini, nel fascicolo d’inchiesta a carico di ignoti, ipotizzano l’abuso d’ufficio, reati contro la libertà personale e lesioni.
La redazione de Le Iene intanto avrebbe contattato il fratello di Dario. È probabile che faranno un servizio su questo caso.